Nella giornata della donna il Teatro comunale Rossetti di Vasto riapre alla città, dopo la conclusione dei lavori di manutenzione strutturali con il Concerto d’inaugurazione del noto oboista Francesco Di Rosa, già primo Oboe del Teatro della Scala ed ora dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, assieme alla National Chamber Ensembke Kyiv Soloist.
Lo splendido teatro, gioiello della cultura cittadina, viene finalmente restituito alla collettività con i musicisti di Kiev, arrivati in Italia il 23 febbraio, un giorno prima che scoppiasse la guerra, per fare una tournée in dieci città italiane. Mai avrebbero immaginato gli eventi accaduti in queste settimane. Un concerto dedicato alle donne dell’ucraina, che stanno vivendo questa terribile guerra.
Il Sindaco di Vasto, Francesco Menna ha rivolto un saluto e un ringraziamento all’orchestra di Kiev, per il messaggio di pace che con il concerto lanciano tramite la musica e la cultura. Ha ringraziato l’assessore alla cultura, Nicola Della Gatta e il Maestro Raffaele Bellafronte per tutto l’impegno che hanno rivolto al teatro. Dopo il saluto del Vescovo della Diocesi di Chieti Vasto, Mons. Bruno Forte, il maestro Bellafronte, direttore artistico, ha presentato l’orchestra e ha annunciato che saranno comunicati a breve i prossimi appuntamenti teatrali. Ha raccontato che mai si pensava che sarebbe scoppiata la guerra in Ucraina, dove questi musicisti hanno lasciato le loro famiglie. “Questo concerto è dedicato alla compagine di un intero popolo. E’ un evento particolarmente simbolico visti i protagonisti del concerto ed il conflitto che sta vivendo il popolo ucraino”, ha detto il Maestro Bellafronte.
La guerra, giunta all’improvviso, ha colpito il popolo ucraino in modo dirompente ed i musicisti di Kiev hanno scelto di tenere fede ai loro impegni portando avanti il tour fino al suo termine.
“Gentile pubblico, è molto difficile per noi essere qui.” Ha detto il Maestro Francesco Di Rosa, prima del concerto. “Come sapete il nostro Paese è in guerra, siamo molto preoccupati per le nostre famiglie ed il nostro popolo. Quando siamo partiti la situazione era abbastanza tranquilla, non potevamo immaginare che le forze russe avrebbero puntato Kiev e le città principali, invece è successo.
Fare musica in queste condizioni è molto difficile ma, al momento, non abbiamo alternative, vogliamo allora onorare questo impegno raccogliendo tutte le nostre forze mettendo tutto il nostro cuore in ogni nota di questo concerto. Suoneremo per i nostri familiari, per voi e tutto il popolo ucraino che sta soffrendo. Vogliamo, attraverso la musica lanciare un messaggio di serenità e speranza ed auspicare che la guerra si fermi immediatamente.”
Un messaggio che ha espresso lo stato d’animo dei musicisti ucraini, ma che ha coinvolto emotivamente tutto il pubblico presente.
Tra le esecuzioni c’è stato anche il concerto n.3 per oboe e archi del Maestro Raffaele Bellafronte, a cui sono seguiti il concerto in re minore di Albinoni, il concerto di Noni Rota per archi ed il concerto di Vivaldi in la minore.
Una musica straordinaria, che ha emozionato tutti, ed è stata capace di unire e veicolare una miriade di sensazioni diffondendo un pensiero di speranza, unità e pace, in un momento di aggregazione, condivisione, di speranza e di vicinanza verso tutti i cittadini ucraini.
“La cultura è un ponte di pace che unisce i popoli ed è l’unica arma", ha detto l'assessore Nicola Della Gatta, "in grado di sconfiggere l’inumanità della guerra e, quindi, impedire che esseri umani infliggano sofferenze ad altri esseri umani. La riapertura del Teatro Rossetti in una circostanza così particolare, di solidarietà con i nostri fratelli ucraini, è stato un evento del cuore. Grazie a tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso possibile tutto questo, in particolare al gruppo sinfonico Kyiv Soloists, accompagnati dal Maestro oboista Francesco Di Rosa, per averci donato un'esperienza indimenticabile. L'augurio è che la nostra comunità cittadina, dopo il lungo silenzio della pandemia, torni a vivere il suo Teatro e la cultura che la abita!”
Foto di Costanzo D’Angelo