L’esperienza di Matteo Taddeo come accolito della Parrocchia di San Marco

Nell’epoca attuale cosa porta un ragazzo ad interessarsi ad uno dei ministeri della Chiesa?

Rosaria Spagnuolo
05/03/2022
Attualità
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Matteo Taddeo, ha 45 anni, abita a Vasto, le sue origini sono in parte legate a Fresagrandinaria e in parte a San Buono, ha una bellissima famiglia con due figli piccoli e fa l’operaio alla Sevel. Una vita come tanti. Da quando era ragazzo ha però iniziato un’attività speciale, poco consueta ai giovani, quella dell’accolito che continua anche ora con Don Nicola Fioriti nella Parrocchia di San Marco a Vasto.

Matteo spiega che dal 1973, grazie a Papa Paolo VI la Chiesa Cattolica ha accolto i ministeri laicali di lettore, accolito e diacono. Il lettore ha il compito di leggere la Sacra Scrittura, l’accolito ha il compito di curare il servizio dell'altare, aiutare il diacono e il sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della Santa Messa. Il diacono invece può presiedere la celebrazione di alcuni sacramenti. A questi si aggiunge il ministro straordinario della Comunione dal 1994, composto da laici, uomini o donne, che indossano vestiti normali e a loro è affidato il ministero in maniera straordinaria. Solo quando si presenti una reale necessità, dovuta alla carenza di sacerdoti, possono svolgere il servizio liturgico della distribuzione della comunione eucaristica durante la messa o agli ammalati, in casa o in ospedale.

Matteo racconta che ha partecipato al corso di preparazione per diventare accolito all’età di 22 anni, con Don Davide Spinelli, dopo aver frequentato il campo scuola con Don Domenico Spagnoli. In quell’occasione, insieme a tanti coetanei, oltre alla bella esperienza conviviale, ha avuto modo di riflettere su quello che poteva fare lui per incrementare la sua fede, scoprendo il valore della S. Messa e ha deciso di mettersi a servizio della Chiesa. Il parroco di Fresagrandinaria Don Giuseppe Vitacolonna gli ha così fatto la proposta di diventare accolito.

“Mia moglie Incoronata, mi ha conosciuto che svolgevo già questo ministero in chiesa ed ha accettato di buon grado il mio impegno. Poi con l’arrivo dei figli, gli impegni sono stati tanti e ho sospeso per qualche anno l’attività di accolito. E’ stato Don Nicola Fioriti, il parroco di San Marco a chiamarmi prima della pandemia. Aveva visto il mio nome nell’elenco degli accoliti della provincia di Chieti, conosceva bene mio fratello e mi ha fatto la proposta di riprendere il servizio, che io ho accolto positivamente. Presto il mio servizio in chiesa, la domenica, sia alla messa delle 11 che a quella delle 18, a volte anche il sabato pomeriggio.”

E’ questa un’attività che a Matteo piace molto, lo fa sentire al servizio della S. Messa, a disposizione del Sacerdote. Ha tra l’altro ha il compito di aiutare i bambini del catechismo a svolgere il ruolo di chierichetti, un’esperienza per lui molto importante. Ha una bellissima sintonia con i bambini, si comprendono anche solo con lo sguardo.

“Fare il chierichetto”, dice Matteo, “secondo me, è un’occasione di crescita per il bambino. Aiuta a rispettare le regole, a vivere un’esperienza positiva, consente una crescita spirituale, ma anche una crescita nel carattere, educa al servizio, permette di accogliere l’obbedienza, di incrementare il rispetto. Consente di fare una bella esperienza in un gruppo e di sentirsi amato”.

“Matteo Taddeo è un ragazzo discreto e disponibile”, commenta Don Nicola Fioriti, Parroco di San Marco, “che vive con generosità il suo servizio. Il ministero dell’accolitato è il modo semplice e concreto di affiancare i ministri ordinati nella cura delle celebrazioni. Per diventare accolito è necessario frequentare il corso che la Diocesi organizza tutti gli anni, solo dietro espressa richiesta del parroco. Il ministero dell’accolitato, infatti, non ha il valore di un’onorificenza all’interno della comunità credente, ma è in funzione degli effettivi bisogni della stessa”.

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