LA POLITICA QUESTA VOLTA RESTA IN SILENZIO: NON INTERESSA L'ULTIMA PIATTAFORMA PETROLIFERA

Michele D'Annunzio
21/04/2008
Attualità
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Si sono spesi fiumi di parole per dire 'no' alle pale eoliche a largo della costa molisana, perché avrebbero deturpato il panorama del Golfo di Vasto e compromesso lo sviluppo turistico. Le stesse cose non si sono dette, e gli ambientalisti lo sottolineano, della piattaforma petrolifera ''Rospo Mare'' piazzata in mezzo all'Adriatico, dinanzi alla spiaggia di Punta Penna. Un pugno in un occhio proprio davanti alla riserva naturale regionale di Punta Aderci. L'ultima testimonianza di come, a Vasto, in un'area ristretta debbano convivere zone industriali, attività estrattive, traffici commerciali e parchi naturali, conferma di uno sviluppo del territorio che, per decenni, è stato privo di qualsiasi programmazione. Senza scelte chiare. Quattro torri visibili giorno e notte come se fossero a due passi. E la produzione aumenterà. E' la ''Libera associazione barbarica'' di Pasquale Morone, su segnalazione dell'Arci, a parlarne sul suo sito internet ufficiale www.associazionebarbarica.org nella rubrica ''La Vasto che non ci piace''. ''Rospo Mare'' è una delle piattaforme petrolifere dinanzi al litorale vastese di proprietà della Edison, che riesce ad estrarre 6 mila barili di greggio al giorno. Ma i vertici dell'azienda, che ha la sede regionale a San Giovanni Teatino, hanno deciso di aumentare l'attività estrattiva dell'oro nero. ''Il potenzialmento di Rospo Mare - hanno fatto sapere di recente proprio dalla Edison - permetterà un aumento di produzione. Oggi il campo è formato da tre piattaforme che da 22 anni estraggono greggio, circa 6 mila barili al giorno. Il prezzo del petrolio rende possibile fare nuovi investimenti di sviluppo''. Delle cosiddette ''royalties'', cioè i soldi che la società sborsa per continuare a sfruttare il giacimento, il 70% va allo Stato, il 30 viene suddiviso tra Regione e Comuni costieri. ''Conviene - dicono alcuni ambientalisti - prendere le briciole e dover sopportare, in cambio, di veder deturpato il paesaggio di un'area di valore naturalistico unico in tutto l'Adriatico? E quando si faranno chiare scelte di programmazione riguardo a Punta Penna, dove c'è tutto e il contrario di tutto? In questo modo, rischiamo che la riserva di Punta Aderci diventi una specie di 'villa comunale di una città congestionata dallo smog'. Invece, servirebbe darle ben altro valore''.

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