Giorno della Memoria: Cupello “in rete” con altre scuole di tutta Italia per “ricordare chi non può più raccontare”

Iniziativa in sinergia tra l’assessore Giuliana Chioli, la prof.ssa Pina Mafodda dell’associazione “Nessun uomo è un’isola” e la dirigente dell’IC Monteodorisio

Marianna Forgione
26/01/2022
Appuntamenti
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“Un fatto muore quando più nessuno lo racconta.”: questa frase dello storico greco Erodoto ci sembra perfetta per introdurre il comunicato di cui vogliamo dare notizia oggi, alla vigilia di un giorno triste per la storia dell’umanità, il 27 gennaio, Giornata dedicata alla commemorazione delle tante, troppe vittime dell’Olocausto.

Istituito con la legge della Repubblica n. 211, nell’anno 2000, il "Giorno della Memoria" ogni anno diventa occasione per ricordare, con eventi di ogni genere, “la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.", come si legge sul sito www.senatoragazzi.it.

E proprio in quest’ottica rientra anche l’evento organizzato dall’Associazione Nessun uomo è un’isola ONLUS (https://www.museolenuove.it/index.php/l-associazione) che, dal 2001, gestisce il Carcere-Museo “Le Nuove” di Torino (https://www.museolenuove.it/), luogo di memoria in cui, tra il 9 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, sono stati incarcerati e fucilati partigiani e detenuti e poi deportati ebrei e oppositori al regime nazi-fascista.

Presieduta dal prof. Felice Tagliente, tale associazione, che tra le sue finalità si propone di “collaborare con le Istituzioni, gli Enti e le Associazioni disponibili a manifestare solidarietà e capaci di dare attenzione al passato; elaborare gli eventi storici in nuovi elementi di consapevolezza civile, trasformando lo stesso luogo usato per emarginare ed escludere in laboratorio sperimentale teso a far convivere le differenze individuali e di gruppo; acquisire le testimonianze di chi ha sofferto la violenza del sistema e di altri uomini nonché di chi è sopravvissuto alla deportazione; far conoscere chi è stato protagonista nella Resistenza perché le vite spese per l'affermazione di valori e di istituzioni democratiche siano conosciute ed apprezzate dalle giovani generazioni”, vede tra i suoi collaboratori anche la Prof.ssa Pina Mafodda.

Guida storica del Carcere-Museo e insegnante di Italiano e Storia negli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado di Torino, la Mafodda ha un legame importante con il paese di Cupello che, così come tante altre grandi e piccole realtà italiane, è diventato protagonista e tassello del suo lavoro certosino di analisi e raccolta di testimonianze orali e non solo, testimonianze che attraverso interviste e documenti le hanno permesso e permettono di ricostruire frammenti di storia locale.

Il rapporto con Cupello si è concretizzato in particolare nell’ambito delle sue indagini relative al naufragio del piroscafo Utopia, affondato la notte del 17 marzo del 1891, nella baia di Gibilterra. È noto infatti che in questo tragico evento hanno perso la vita anche i tre cupellesi Sebastiano Marango, Maria Angelini e Luigi Napoleone Tasca che “rimasti silenti nei nostri archivi comunali, sorretti da questa ricerca appassionata e consapevole”, come ha sottolineato l’Assessore alle Politiche Sociali e all’Istruzione Giuliana Chioli all’indomani della presentazione del volume “Utopia” tenutasi a Carovilli il 13 agosto 2021 alla presenza, tra gli altri, anche di una delegazione cupellese (alcuni rappresentanti e ragazzi del Comune di Cupello), possono ora di nuovo “aver voce” ed essere oggetto del nostro commosso ricordo.

E ancora una volta il legame Mafodda-Comune di Cupello ha modo di emergere in un’occasione, quella del Giorno della Memoria, in cui “ricordo” diventa parola chiave che, urlata a gran voce – e a dispetto del virus –, deve cercare di ridar vita a tutte le persone che hanno perso la propria durante la Shoah.

“Italiani, ebrei e stranieri hanno sofferto la prigionia dura, persecutoria e fatale nelle carceri torinesi “Le Nuove”, durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare nel 1943-45. L’occasione della Giornata della Memoria è uno stimolo per consultare i registri di matricola concernenti l’occupazione nazifascista delle suddette carceri.” si legge nella parte introduttiva del comunicato stampa con cui l’Associazione informa circa l’evento online previsto per giovedì 27 gennaio, dalle ore 10 alle 12, in cui tutte le scuole italiane sono invitate, così come fatto lo scorso anno, a causa della pandemia, a “incontrarsi e connettersi virtualmente” sulla piattaforma zoom per condividere e riflettere sul significato della ricorrenza internazionale attraverso i più svariati progetti.

Un incontro finalizzato ad aggirare il “rischio di dimenticare e di non avere una memoria collettiva che unisce la storia del nostro Paese”, un rischio che l’associazione vuole evitare proponendo “un percorso di sensibilizzazione” verso quello che viene definito “patrimonio esistenziale”; continua, infatti, in questo modo il comunicato: “Si scopre che tanti prigionieri deportati erano nati da famiglie distribuite in diverse località italiane. La mancanza di testimoni diretti è purtroppo perdita di esempi di vita illuminanti, di storie normali significative, di narrazioni credibili, di contesti esperienziali inimmaginabili. Oggi, i deportati rischiano di essere dimenticati o commemorati secondo le nostre rappresentazioni mentali; sono di nuovo condannati a non avere una loro voce, una loro appartenenza all’umanità; a non essere nemmeno soggetti della propria memoria comunicativa. Questi deportati senza voce devono vivere perché sono degni di rispetto e onore, e fondano l’identità culturale degli italiani, dei popoli europei e dell’intera umanità.”

E quest’anno, a seguito della forte e proficua sinergia tra il Comune di Cupello, in particolare grazie alla collaborazione dell’Assessore delle Politiche Sociali con delega all’Istruzione Giuliana Chioli, e l’Istituto Comprensivo Monteodorisio, nella persona della Dirigente, la dott.ssa Cristina Eusebi, e della vicepreside Alessandra Travaglini, anche gli alunni delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Cupello e Monteodorisio risponderanno all’appello della prof.ssa Mafodda e dell’Associazione che rappresenta, per contribuire a "ricordare chi non può più raccontare".

A guidare gli studenti delle quattro classi terze ci saranno le docenti di Italiano, Storia e Geografia referenti di tale progetto Alessandra Travaglini, Maria Elena Sfarra, Sara Bernabeo e Marta Mancino per le classi del plesso di Cupello e Viviana Melara e Assunta Antenucci per quelle del plesso di Monteodorisio.

Tutti, collegandoci ai canali youtube e facebook del Museo del Carcere, siamo invitati a partecipare all’evento che, oltre alla presentazione delle varie iniziative, prevederà anche un momento di silenzio e raccoglimento con padre Ruggero Cipolla.

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