Il 3 dicembre 2021, in sede di conversione del decreto legge fiscale in Senato, è stato approvato un emendamento che impone alle associazioni no profit, a partire dall’1 gennaio 2022, di essere assoggettate al regime Iva anche se non svolgono attività commerciali. Emendamento predisposto dal senatore leghista Alberto Bagnai, con la motivazione di rimediare a una procedura d’infrazione Ue e - si dice in ambienti parlamentari - anche 'avallato' dal ministero dell’Economia, negli uffici di Fabrizia Lapecorella, direttore generale delle Finanze. E’ questa la notizia che ha fatto scalpore in tutto il mondo del terzo settore italiano. Valorizzato a parole ma maltrattato nei fatti.
C’è stato l’appello del presidente del Centro servizi per il volontariato Csv Abruzzo, Casto Di Bonaventura ai parlamentari, rivolto in particolare agli eletti in Abruzzo.
“La differenza tra le parole che si dicono e le azioni che si compiono è cosa nota ma, ormai, si sta superando ogni livello di sopportazione. In Senato è stato approvato, alla vigilia della Giornata Internazionale Del Volontariato e con la benedizione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’emendamento n. 5118 - testo 2 al DL fiscale, allegato alla Legge di Bilancio 2022. Questo emendamento impone alle associazioni non profit che non svolgono attività commerciali di dotarsi di partita IVA dal prossimo 1° gennaio. Come dobbiamo interpretare questa decisione alla luce delle parole spese sulla funzione benefica che il volontariato e il Terzo Settore esercitano nella nostra società, spesso supplendo, a basso costo o addirittura gratis, alle inefficienze dello Stato?
Come la mettiamo con le dichiarazioni sui media dei politici di ogni bandiera e soprattutto con le affermazioni e i riconoscimenti che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto e rivolge al mondo del volontariato in particolare?
Carissimi parlamentari, in particolare a voi che siete stati eletti nella nostra regione, non vi sembra che si debba dare un cenno di coerenza tra le parole e le azioni? Siccome sono certo che siete d’accordo con me, perché non iniziare da questa battaglia di verità e giustizia mantenendo l’esclusione dal regime IVA e non quello di esenzione previsto nell’emendamento approvato? Questo, apparentemente innocuo, cambio di terminologia imporrebbe adempimenti tecnico-burocratici che hanno costi, spesso assolutamente insopportabili per le piccole realtà non profit. Sono certo che agirete per rimediare a quanto fatto, sperando che la prossima volta non ci si debba affidare a ricuciture del momento, ma ci si confronti prima di scrivere norme penalizzanti per chi cerca di costruire una società solidale e sussidiaria”
Non si è fatta attendere la risposta della deputata abruzzese a Stefania Pezzopane, che ha detto di essersi messa al lavoro sulla questione. L’augurio è che altri possano seguirla affinché la Camera possa intervenire per rimediare a ciò che consideriamo un errore.
C’è da parte di alcuni la volontà di cancellare la nuova misura, che vincola enti ed associazioni ad aprire la partita Iva e ai relativi obblighi amministrativi. Propongono «un emendamento soppressivo», probabilmente considerando che la norma non porta alcun vantaggio all’Erario. C’è la considerazione che gli enti no profit sono altro rispetto alle attività commerciali e c’è l’esigenza di fornire alle organizzazioni di Terzo Settore condizioni stabili e di sostegno, anche fiscale, per promuoverne l’attività, consentirne il futuro e valorizzarne il ruolo. Il ministro per le Disabilità Erika Stefani ha commentato: “Non nascondo la mia preoccupazione in ordine a questa scelta che rischia di gravare pesantemente su tante realtà che operano con professionalità, dedizione, cura e a stretto contatto col pubblico e con le persone con disabilità. Spero quindi che ci possano essere ripensamenti in sede di conversione del decreto”
Anche il leader M5s Giuseppe Conte si è espresso: “Il Movimento si adopererà a rivedere la soluzione presentata dalla Lega di superare il regime di esclusione dell’Iva per tutti gli enti del terzo settore”, ha scritto su twitter. “Siamo disposti anche a ridiscutere l’attuale regime di disciplina, ma non possiamo trascurare che tutte le iniziative di solidarietà sociale vanno incentivate anche attraverso la semplificazione del regime contabile e le agevolazioni fiscali. Il principio di sussidiarietà implica anche questo: semplificare lacci e lacciuoli per tutte le associazioni che svolgono un ruolo importantissimo nell’aiuto e nel sostegno di chi si trova in difficoltà”.