Circa 200 le persone che ieri, 4 dicembre, a partire dalle ore 17, hanno preso parte all’evento “Cantina Aperta a Palazzo Boschetti – Storie di cose buone a Cupello”, organizzato dall’Amministrazione comunale e dalla Delegazione FAI di Vasto in collaborazione con la Pro-Loco locale, il Circolo Comunale Centro Anziani di Cupello e Francesco e Alessia Boschetti.
Protagonisti assoluti Palazzo Boschetti, con la sua cantina seminterrata, e Palazzo Marchione, le “cose buone” della tradizione locale e i racconti su di essi degli Apprendisti Ciceroni® FAI.
All’indomani di un tale successo, riportiamo le parole affidateci dall’Assessore alle politiche sociali Giuliana Chioli.
"Un paese ci vuole", scriveva Cesare Pavese, e la serata di ieri ci ha confermato ancora una volta che solo attraverso la storia e le radici da cui traiamo origine possiamo davvero raccontare e raccontarci alle nuove generazioni e a quanti scelgono, come ieri, di venire a farci visita.
Una serata impregnata di storia e di “storie di cose buone” dalla suggestiva cantina di Palazzo Boschetti alla mostra di ferri moderni e antichi a Palazzo Marchione attraverso sapori semplici ma caratteristici di questo luogo e delle sue tradizioni. Assaggi di vino cotto e novello, pizzelle con la ragnata (marmellata d'uva), composte di frutta, confetture e marmellate, olio novello e scrippelle calde hanno “accolto” e "riscaldato" i numerosissimi ospiti intervenuti.
L’illuminatissimo Giorgio La Pira affermava che:“Storia e civiltà si trascrivono e si fissano quasi pietrificandosi, nelle mura, nei templi e nei palazzi di cui la città consta. Le città restano arroccate sopra i valori eterni, portando con sé, lungo il corso tutto, dei secoli e delle generazioni, gli eventi storici di cui esse sono state attrici e testimoni. Restano come libri vivi della storia umana e della civiltà umana: destinati alla formazione spirituale e materiale delle generazioni venture. Restano come riserve mai esaurite di quei beni umani essenziali di cui tutte le generazioni hanno imprescindibile bisogno. Ogni città è un calendario – in cui la bellezza prende dimora trascrivendosi nelle pietre – destinato a far luce al cammino della storia e alla civiltà dell’avvenire. Le città sono vive poiché non sono cumuli occasionali di pietre slegate fra loro, ma realtà organiche e armoniose, con un loro principio ispiratore e un’anima che le vivifica e le unifica nella loro complessità. Ciascuna di esse racchiude in sé una vocazione e un mistero ed è strumento efficace di vita associata attraverso cui si diventa membri della stessa Famiglia”
Nonostante il Covid abbia attutito tante forme di vita associata, ieri sera abbiamo avuto la possibilità di ritrovarci intorno a prodotti della tradizione tra mura rassicuranti che "parlano di noi" e di quanti ci hanno preceduto in un'atmosfera che aveva il profumo del focolare domestico intorno al quale tutti, nessuno escluso, siamo a casa. Lo stesso clima che i numerosissimi visitatori hanno trovato e vissuto in questa esperienza “sensoriale” autunnale a Cupello.
“Chi c’è state c’arive e chi c’è nate nin zi scord” (dice il nostro inno cupellese) è la sensazione che mi ha accompagnata per tutta la durata dell'evento tra ospiti dei Comuni limitrofi e nostri compaesani.
Ringrazio vivamente tutta la Delegazione FAI di Vasto, in particolare Maria Rosaria Pacilli e Ilaria Tesei, Francesco e Alessia Boschetti per aver messo a disposizione il loro Palazzo storico, gli straordinari ragazzi Apprendisti Ciceroni - nostro vero orgoglio - e Giuliana Antenucci che ha collaborato nelle attività di animazione e recitazione, i referenti della nostra Biblioteca Comunale, Marianna Forgione e Pietro La Torriera, il Frantoio Olearius di Filomena Tenaglia, Le Colline di Evagrio di Antonella Antenucci, la Pro-Loco, il Circolo Comunale Centro Anziani, la Protezione Civile Modavi, la Polizia Municipale e i dipendenti comunali per il loro immancabile supporto.
Ringrazio la sig.ra Maria Sabatini, alla sua prima mostra, per aver impreziosito un angolo suggestivo della nostra Sala Multimediale con i suoi meravigliosi e interessantissimi ferri per pizzelle storici e moderni. Ho voluto omaggiarla con il nostro ferro cupellese che raffigura il carciofo, la fontana e la Torre campanaria, cuore ed essenza della nostra cupellesità a ricordo di una serata in cui abbiamo dato le più variegate forme al gusto di questa prelibatezza - le pizzelle, per l’appunto - antica e sempre nuova sulle nostre tavole.
Grazie al sindaco Graziana Di Florio, ai colleghi amministratori comunali e a quanti a vario titolo hanno collaborato per offrire a Cupello una serata fuori dal Comune.
Grazie a quanti credono nella costruzione di un futuro attraverso un nuovo modo di vivere e di lavorare in un luogo in cui storia e cultura possono trovare spazio anche al di fuori delle grandi città.
Parole queste, intrise di “cupellesità” e soddisfazione che chi scrive condivide pienamente, avendo avuto la possibilità di prender parte ai preparativi e all’evento stesso.