“Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare”. E’ la frase del beato Pier Giorgio Frassati che si trova nell’ultima di copertina del volumetto “Una vita entusiasmante” realizzato a cura del Centro Missionario Francescano delle Marche che la Confraternita della Sacra Spina e Gonfalone ha voluto donare ai giovani dell’Azione cattolica della parrocchia di Santa Maria Maggiore in Vasto al termine dell’incontro ospitato questa sera nella sala Monfort.
Un’occasione per far incontrare le due generazioni, quello dei giovani di Ac e dei confratelli, nel nome del beato Pier Giorgio Frassati patrono proprio dei giovani dell’Azione cattolica e delle Confraternite d’Italia.
A introdurre la serata don Domenico Spagnoli, sempre attento e pronto a creare adeguate occasioni per riflettere e aprirsi ai giovani nel dialogo, alla scoperta delle sfide delle testimonianze al vangelo.
L’interessante sfida di “far innamorare” i presenti sulla vita brevissima, solo 24 anni, di Pier Giorgio è stata raccolta dal vice priore Angelo Primiano che ha iniziato la sua conversazione citando le parole di Papa Francesco nell’omelia di domenica scorsa nella solennità di Cristo Re rivolgendosi ai giovani in cammino verso la Giornata Mondiale del 2023 che si terrà a Lisbona.
«Il pontefice – ha ricordato Angelo – ha invitato ad “avere occhi luminosi anche dentro le tenebre, non smettere di cercare la luce in mezzo alle oscurità che tante volte portiamo nel cuore e vediamo attorno a noi. Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire, ma per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure”». L’invito quindi a “essere capaci di sognare, perché questo fa chi sogna: non si lascia assorbire dalla notte ma accende una fiamma, accende una luce di speranza che annuncia il domani. Sognate, siate svelti e guardate al futuro con coraggio” e a dare chiasso “perché il vostro chiasso è il frutto dei vostri sogni”.
Piergiorgio Frassati si è fidato e affidato a Gesù da innamorato della Parola di Dio nutrendosi della preghiera sempre pieno di vita e di gioia. Nella quotidianità della sua vita con spirito di servizio ai poveri, a chi è nella condizione di bisogno.
Un servizio nel nascondimento che ha manifestato la forza dirompente della sua vita nel giorno dei funerali, svoltisi a Torino il 6 luglio 1925, quando una folle immensa di sconosciuti si riunì per l’ultimo saluto facendo scoprire ai suoi stessi familiari del valore della sua breve esistenza terrena.
Fu proclamato beato da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1990.
Quella di questa sera è stata l’occasione per ritrovarci e ascoltare «un moderno testimone della grazia».