Viveva in un caseificio abbandonato, dove si era allacciato abusivamente alla corrente elettrica per non pagare la bolletta. Sopravviveva facendo piccoli furti di attrezzi da lavoro, rubati a Pasqua, che poi rivendeva per sbarcare il lunario. Stava vivendo il dramma della povertà un vastese trapiantato in Emilia Romagna. Il protagonista della triste storia è un quarantasettenne originario di Vasto, ma residente a Casalgrande, 17 mila abitanti in provincia di Reggio Emilia. I carabinieri del posto lo hanno arrestato ieri con l'accusa di furto aggravato e denunciato per ricettazione. I vicini di ''casa'' raccontano che da diversi giorni avevano notato l'uomo entrare ed uscire da una finestra del capannone, chiuso ormai da tempo. Era lì che si riparava di notte per dormire. Era in quel posto freddo e solitario che aveva forzato il contatore dell'Enel per rubare la luce. Aveva creato un allaccio abusivo e collegato un cavo per attingere la corrente necessaria ad alimentare la stufa che usava per riscaldarsi. Un altro filo conduceva l'energia fino ad un trapano a percussione. Al momento del blitz all'interno dell'ex caseificio, i militari dell'Arma hanno trovato anche alcuni attrezzi meccanici e una decina di scatole di lampadine e fusibili, più vari utensili, per un valore complessivo di circa 1000 euro, rubati ad una ditta di autotrasporti del paese durante il week-end pasquale. L'uomo, arrestato con l'accusa di furto aggravato, è stato denunciato per ricettazione. Nello stabilimento dismesso sono intervenuti anche i tecnici dell'Enel che hanno ripristinato il contatore, mettendo in sicurezza l'impianto. Rimane la tristezza di una vita di stenti, che porta i cosiddetti ''nuovi poveri'' a commettere reati giustamente puniti come tali, ma commessi per disperazione.