Emergenza acqua, le province di Chieti e Pescara "maggiormente in sofferenza"

Per Coldiretti Abruzzo un triste primato tra 'clima pazzo' ed evidenti carenze strutturali

redazione
03/09/2021
Territorio
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Secondo i dati dell’European Drought Observatory (E.D.O.) diffusi con una nota stampa dall'Associazione nazionale Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) sono le province di Pescara e Chieti quelle maggiormente in sofferenza idrica al termine di un agosto meteorologicamente “estremo” sull’Italia, caratterizzato da temperature tropicali, anomalie climatiche ed una strutturale carenza idrica che hanno compromesso fortemente l'agricoltura regionale e nazionale con gravi ripercussioni sull'economia e il futuro del settore agroalimentare.

A sottolineare la situazione di forte crisi è Coldiretti Abruzzo che ricorda come l'agricoltura sconti un'emergenza da cui è necessario uscire attraverso nuovi investimenti e un rilancio dei Consorzi di bonifica attualmente commissariati.

"Con più di 1400 eventi estremi il 2021 fa registrare in Italia un aumento del 65% per grandinate, bombe d’acqua, bufere di vento e tempeste di vento alternate a ondate di calore che hanno devastato le campagne e le città da nord a sud della Penisola e l'Abruzzo non fa eccezione, anzi. L’effetto dei cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e alluvioni ha fatto perdere – sottolinea Coldiretti Abruzzo – oltre 14 miliardi di euro in un decennio a livello nazionale, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti con pesanti ripercussioni sulle produzioni. Per affrontare i danni dei cambiamenti climatici – precisa Coldiretti – servono interventi strutturali e strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia. 

In tale ottica - aggiunge Coldiretti Abruzzo - un intervento strategico è la realizzazione di infrastrutture a partire dai bacini di accumulo, a impatto zero, proposti dalla Coldiretti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ma per l'Abruzzo è anche necessario un atto di responsabilità dei diversi soggetti chiamati alla gestione dell'acqua affinché si affronti una volta per tutte la situazione che nella nostra regione, come dimostrano i dati diffusi dall'Anbi, è ormai al collasso".

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