Sabato 7 agosto intensa celebrazione in memoria del compianto Silvio Petroro, fondatore dell'Associazione Pro Emigranti d'Abruzzo con l'intitolazione del Belvedere nel quale presente il Monumento all'Emigrante in zona Porta Nuova.
"Poche personalità hanno così profondamente interconnesso la propria vicenda umana a quell’insieme di socialità, tradizioni, alla stessa essenza della propria comunità. Per questo motivo, come Amministrazione Comunale, abbiamo pensato di dedicargli un meraviglioso scorcio di città che, grazie alla sua opera, racchiude un monumento, che più di ogni altro, esemplifica quella che fu la principale missione di “don Silvio”: riannodare i fili del legame tra vastesi residenti e figli di questa città che hanno stabilito il proprio futuro in molteplici località del mondo", ha detto il sindaco Francesco Menna.
"Silvio Petroro è stato un grande spirito libero e soprattutto un grande “lottatore” in tutte le situazioni di vita che si è trovato a sperimentare, finanche contro la malattia, che lo ha tormentato negli ultimi anni. Nonostante le avversità, egli non perdeva il suo proverbiale sorriso e la sua schietta simpatia. Rileggendo la storia della sua vita emerge un’opera instancabile, attraverso encomiabili iniziative, che hanno lasciato un’impronta più significativa a Vasto: la costituzione dell’Associazione “Pro Emigranti” (1985); l’inaugurazione del Monumento all’Emigrante (1986); il gemellaggio Vasto-Perth (1989); l’innalzamento della Croce a Montevecchio per ricordare quanti non sono potuti tornare in patria (1993); la posa della pietra in quarzo nella Villa Comunale, pietra proveniente dalle miniere del Western Australia (1996); la raccolta delle testimonianze dei Vastesi nel mondo ne “Le storie dei nostri emigranti” (2006).
Lo sviluppo di legami indissolubili con gli emigranti fu al centro, anche, dell’ideazione della “Festa del Ritorno”, divenuta, nel corso degli anni, un appuntamento irrinunciabile dell’estate vastese, portata avanti con energia encomiabile dal caro figlio Gianni. La celebrazione di quella comunione d’origine che lega indissolubilmente quanti risiedono a Vasto e quanti sono lontani dalla nostra terra, è quanto mai opportuna in un momento storico in cui si avverte la necessità di rinsaldare i vincoli di fratellanza e di amicizia".