La musica per Anna Marchesani ha un ruolo centrale nella sua vita. Lei è vastese, vocalità di soprano lirico, si è diplomata al conservatorio musicale “G.Rossini” di Pesaro, poi si è specializzata in discipline musicali ad indirizzo interpretativo e compositivo nel conservatorio musicale “L. Perosi”, per arrivare poi al master in musicoterapeuta.
La sua passione per la musica viene dal suo papa Antonio, che, racconta Anna “suonava la chitarra da autodidatta e aveva una voce da basso profondo eccezionale che mi ha trasmesso, insieme a tutto il suo amore per la musica.” Importante è stato anche il nonno Giovanni, il padre della mamma Maria Luisa Ciccarone. Dalla più tenera infanzia le faceva ascoltare la melodia del mandolino, e le insegnava a intonare le note. La musica fa parte quindi della sua infanzia e della sua giovinezza e Anna Marchesani ha saputo trasformare la passione in una professione, quella di musicoterapeuta, che svolgeva già a Vasto tanti anni fa e che ora svolge a Parma dove vive.
Ha incontrato recentemente una grandissima insegnante Karina Schelde e grazie a lei ha iniziato un percorso innovativo, il metodo brevettato Soul Voice che le consente di insegnare a liberare la propria voce interiore, ricreando armonia tra corpo e mente, con tutta una serie di esercizi e tecniche di vocal coaching per gestire stati emotivi e a sentirsi meglio con sé stessi, liberando la propria voce e ricreando un equilibrio tra mente, anima e corpo, riscoprendo il potere e la bellezza della propria voce per ritrovare il benessere.
Ha pubblicato recentemente “La Comunicazione felice, il dialogo sonoro in famiglia” ed. Mosaico 2020, che ha presentato in questi giorni nel festival olistico “Benessere sotto le Stelle” organizzato a Vasto da Fabio Cieri. Nel libro sottolinea l’importanza della conquista consapevole della propria felicità che richiede lo sforzo di attraversare il sentiero che ci riporta al ricordo del nostro bambino interiore, quella parte di noi pura, autentica, unica, che è la nostra curiosità, la nostra allegria, le braccia calorose dei nostri genitori, i nostri giochi, il suono delle onde del mare o il primo canto della nostra voce mentre ci dondolavamo su una altalena in un bosco. Riporta le sue esperienze come studiosa e ricercatrice della grande valenza di quell’attimo preciso, quel frame in cui si instaura il primo e vero contatto tra due esseri umani, attraverso il suono della voce, il contatto visivo, il rispecchiamento emotivo ritmico sonoro, tra una madre ed il proprio figlio bambino e il valore che ha in tutto questo l’agire o il non agire della figura maschile paterna.
Dice Anna Marchesani che il compito del musicoterapeuta è oggi soprattutto essere “spazio tempo umano” per facilitare e rievocare il momento della nascita e la consapevolezza di essere madre e genitori, lì, in quel frame dove si è “incistato”, “aggrovigliato”, qualcosa che impedisce una fluidità di passaggi energetici di informazione e modalità comunicative primarie.
Sottolinea poi il ruolo importante anche della voce ridente in maniera consapevole, per incrementare anche il sistema immunitario. “Ormai” dice Anna Marchesani “è scientificamente provato che la risata fa bene perché tra le varie cose riesce ad abbassare gli ormoni dello stress. “
A tutti i genitori consiglia di trovare il tempo di cantare insieme, figli e genitori, per istaurare una circolarità di comunicazione positiva, dove è presente un contatto visivo e fisico, per condividere nell’attimo presente un’esperienza bella, una sinergia importante. Altro consiglio è quello di ascoltare insieme i suoni della natura, il suono delle onde del mare, ad esempio che diventa un vero e proprio massaggio sonoro.
Anna Marchesani dice che è importante nei bambini anche l’educazione all’ascolto, anche a scuola, con video di concerti, comprendendo il ruolo di ogni strumento musicale per motivare verso lo studio della musica, della grammatica musicale, per arrivare anche a comporre e suonare, ma anche comprendendo il valore dell’ascolto interiore, anche di noi stessi, dei nostri bisogni, per non perdere la nostra identità, per non diventare soltanto un gregge, per acquistare una migliore consapevolezza.