La prima Messa a San Marco del sacerdote novello Don Gianmarco Medoro

Locale comunità fondamentale nel suo percorso

Luigi Medea
06/07/2021
Attualità
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Una serata, quella di Domenica 4 luglio 2021, vissuta dalla Comunità di S. Marco Evangelista di Vasto all’insegna della gioia cristiana e della fede più genuina, per la prima Messa solenne del sacerdote novello don Gianmarco Medoro, concelebrata con il parroco don Nicola Fioriti, con i suoi due collaboratori, don Gino e don Mario, e con alcuni parroci della città.

Al sacro rito hanno partecipato, oltre ai fedeli della comunità, parenti ed amici di don Gianmarco, ma soprattutto i suoi genitori, particolarmente emozionati. Presente anche il sindaco Francesco Menna, accompagnato da Nicola Della Gatta.

Intensa l’omelia di don Gianmarco, che ha iniziato il suo approfondimento teologico con una serie di domande sulla figura del prete, domande che da giorni stanno assillando la sua vita: “Chi sei tu sacerdote? Chi sei tu, uomo di Dio, cui è stato affidato questo grande mistero? Chi sei tu sacerdote, chiamato a vivere questo mistero nel ministero?”. Ed ecco la sua risposta: “Sei tutto e niente. Sei tutto, perché a te è stato affidato il grande tesoro dell’Eucaristia, che è la vita di grazia. Sei tutto perché alle parole, che ti sono state affidate, obbedisce lo stesso Signore. Ma sei anche un uomo povero, pieno di limiti, di fragilità e di debolezze”.

Don Gianmarco, a questo punto, richiamando il Vangelo della domenica che parlava del ritorno di Gesù nel suo paese, dove è stato rifiutato dalla gente (“nessun profeta è ben accetto nella sua patria”), ha cercato di dare una risposta più incisiva: “Il nostro Sacerdote è Nazareth, la città visitata dal Signore, il luogo dove si è vissuto il grande mistero dell’obbedienza a Dio da parte di Maria, ma che è anche il luogo dell’incredulità. Il sacerdote è Nazareth, perché è chiamato a compiere come Maria il gesto dell’obbedienza alla fede, ma è anche una persona che si scontra con l’incredulità, sua personale, e del popolo che gli viene affidato”.

Ma, al di là delle possibili difficoltà, il sacerdote, ha concluso don Gianmarco, con un preciso riferimento alla seconda lettura, è chiamato ad andare dove meno si immagina o dove non vuole, per testimoniare con l’aiuto della grazia divina l’amore di Dio.

Al termine della celebrazione, prima della benedizione, ha preso la parola il parroco don Nicola Fioriti, che ha invitato don Gianmarco ad avere cura di conservare sempre la memoria delle cose belle e di tutta la ricchezza della grazia con cui il Signore lo ha rivestito, ma anche di ricordare sempre la propria fragilità, non avendo paura delle proprie imperfezioni e dei propri limiti.

“Andrai – ha aggiunto don Nicola – a Roccamorice, dove farai certamente una stupenda esperienza pastorale e dove vedrai fruttificare il tuo giovanile apostolato. Ricordati che il Vangelo è pieno di non protagonisti, i quali, però, sono essenziali per la salvezza. Per cui ti auguro di vivere il non protagonismo del quotidiano, che porta la salvezza”.

“I parrocchiani di S. Marco ti hanno voluto regalare la casula bianca. Quando la metterai per le celebrazioni eucaristiche ricordati di noi. Insieme alla casula ti lasciamo anche un altro piccolo pensiero in denaro, rinnovandoti gli auguri perché tu possa diventare un santo sacerdote, ricco di umanità”.

Prima della benedizione solenne, a cui era annessa l’indulgenza plenaria, don Gianmarco, con qualche lacrima di commozione, ha voluto ringraziare tutti, sottolineando che la comunità di S. Marco è stata per lui in questi ultimi anni di formazione una vera famiglia, dove, accolto come un figlio, ha sperimentato la grazia che il Signore concede a chi si fida di Lui.

Sono seguiti nel cortile della parrocchia, con un piccolo rinfresco, momenti di sana allegria, che si sono conclusi con il taglio della torta augurale.

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