Il charas è un tipo di hashish originario dell’India. Viene prodotto utilizzando la resina delle piante di cannabis senza sottoporle ad essiccazione; di conseguenza, rappresenta una sostanza stupefacente che, almeno in Italia, è vietato produrre, commercializzare e consumare. Grazie alla legge 242 del 2016, però, anche nel nostro paese è disponibile da diversi anni una variante ‘light’, liberamente acquistabile presso i negozi specializzati o tramite e-commerce settoriali come Prodotti-cannabis.it. Il charas legale è solo uno dei tanti derivata della canapa che, essendo a bassissimo contenuto di THC, sono considerati sicuri in quanto incapaci di provocare effetti psicoattivi a chi ne fa uso. In questo articolo vediamo, nel dettaglio, cos’è il charas ‘light’ e quali sono le caratteristiche che lo contraddistinguono.
Breve storia del charas
Originario del subcontinente indiano, il charas è stato a lungo utilizzato dalle popolazioni indigene a scopo medicinale e nell’ambito di funzioni religiose. Questa sostanza era talmente diffusa da essere venduta regolarmente nei negozi anche durante la dominazione britannica; negli anni Ottanta, dietro pressione degli Stati Uniti, è stata dichiarata illegale; ciò nonostante, viene ancora largamente prodotta e consumato in India, Pakistan, Nepal e Giamaica. La tecnica tradizionale per trarre il charas è molto semplice: la resina viene estratta dalle infiorescenze della cannabis quando queste sono ancora sulla pianta; i fiori vengono strofinati tra le mani, così da rilasciare la sostanza che poi viene raccolta è lavorata. La differenza con l’hashish comune è tutta qui: quest’ultimo, infatti, viene ricavato da infiorescenze essiccate; inoltre, il charas in purezza è sostanzialmente un concentrato e, pertanto, sortisce effetti più forti rispetto ad altre sostanze.
Cos’è il charas light
La già citata legge n. 242 del 2016, volta a promuovere la filiera produttiva della canapa, ha sostanzialmente legalizzato la produzione e la commercializzazione di una varietà di pianta (la canapa sativa) dalla quale è possibile ricavare marijuana e hashish. Il testo di legge non prevede (né tantomeno esclude) la possibilità di trasformare le infiorescenze in un prodotto da consumare per combustione. Tra le possibili lavorazioni della canapa, infatti, figurano la trasformazione a scopo alimentare e cosmetico; ragion per cui, venne affidato al Ministero della Salute il compito di stabilire per decreto la concentrazione massima di THC (il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi della marijuana e dell’hashish) ammessa negli alimenti. Il dicastero ha stabilito che la quantità massima di tetracannabinolo è di 0,05 mg per chilo. Il charas light, quindi, non è altro che un tipo di hashish ottenuto dalla canapa sativa caratterizzato da una concentrazione di THC inferiore o pari allo 0,05%. Di contro, il tasso di CBD (acronimo indicante il Cannabidiolo) può superare anche di molto tale percentuale, senza per questo fare del charas light uno stupefacente, dal momento che le norme in vigore indicano precise restrizioni solo per quanto concerne il THC.
Caratteristiche ed effetti
Nella sua versione ‘light’, il charas non sortisce alcun effetto stupefacente, benché la reazione a questa sostanza dipenda comunque dalla caratteristiche del singolo (e dalla ‘tolleranza’ dell’organismo). In linea generale, però, gli effetti sono quelli comuni ad altre tipologie di hashish: il charas agisce per lo più da rilassante e, talvolta, da blando sedativo. In aggiunta, tra le caratteristiche di questo prodotto ci sono anche una buona azione antiossidante e antinfiammatoria. Ragion per cui può essere utilizzato soprattutto da chi abbia difficoltà a dormire, soffre di insonnia, mal di testa, stanchezza, affaticamento o dolori muscolari; naturalmente, questo genere di sostanze non può sostituirsi ad un trattamento medico farmacologico. I cultori dei derivati della cannabis apprezzano il charas anche per le caratteristiche aromatiche, contrassegnate da un odore dolce ed intenso, abbinato ad un retrogusto vagamente speziato.