IL DESTINO DEL PORTO DI PUNTA PENNA SEMPRE AL CENTRO DEL DIBATTITO

a cura della redazione
19/02/2008
Attualità
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Il futuro del porto di Punta Penna, in questo ultimo periodo, è stato senza ombra di dubbio uno degli argomenti sul quale più vivace è stata la discussione con interventi, a più riprese, di rappresentanti del Consorzio Industriale del Vastese, dell'amministrazione comunale di Vasto e di alcune associazioni cittadine, 'Porta Nuova' e l'Arci più di altre, che hanno animato un dibattito per certi versi intenso e, a volte, anche spigoloso. Al centro c'è il possibile allargamento dell'attuale bacino, contemplato all'interno del nuovo piano regolatore portuale, commissionato dal Coasiv e redatto dalla società 'Modimar' per conto della Regione Abruzzo. Piano sul quale c'è stato anche il ''disco verde'', nei mesi scorsi, del Consiglio comunale di Vasto con un atteggiamento di favore mostrato non solo dalla maggioranza di centrosinistra ma anche dalla minoranza di centrodestra. Progetti di sviluppo che prevedono un consistente ampliamento dell'attuale bacino. Eventualità invece osteggiata da alcune associazioni, come detto 'Porta Nuova' e l'Arci, in modo particolare. Dopo l'approvazione in Consiglio ed un pubblico incontro convocato dal sindaco per evidenziare gli aspetti dei progetti di sviluppo, per la verità scarsamente seguito dal pubblico all'auditorium dell'Agenzia per la Promozione Culturale, negli ultimi tempi il confronto si era un po' 'raffreddato', ma alcuni ultimi interventi lo hanno recentemente riportato in auge. Prima di tutto le considerazioni di Michele Celenza, presidente dell'associazione 'Porta Nuova' che sulla scorta dei numeri relativi alle merci movimentate poneva in risalto la ''non necessità'' di un ulteriore ampliamento dello scalo portuale, visto che i traffici non sono in aumento così costante da giustificarlo, anzi, numeri alla mano, Celenza ha messo in evidenza un decremento. In aggiunta i pensieri dell'associazione Arci, sensibile alla questione sull'assunto che lo sviluppo del porto equivarrebbe a frenare le opportunità di salvaguardia ambientale e tutela di una zona di costa dove insiste, ad esempio, una riserva naturale, quella di Punta Aderci. Arci che ha pure tirato in ballo la pericolosità di alcuni possibili arrivi (le navi 'ro ro' che trasportano i mezzi pesanti) che potrebbero anche creare seri rischi e pericoli come già, ad esempio, accaduto in Alto Adriatico. Tanti, come si evince, gli argomenti sul tavolo della discussione. Ed è fin troppo facile prevedere che la contrapposizione comunque resterà. Da parte sua, tirato in ballo per la questione dei numeri, il Consorzio Industriale, per voce del presidente del Cda Fabio Giangiacomo, evidenzia come sì il calo ci sia stato, ma vanno anche considerati i lavori di dragaggio del porto che qualche arrivo in meno ovviamente l'ha prodotto. In aggiunta il comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Punta Penna, Ivan Savarese, ha più volte evidenziato, a suo giudizio, la necessità di un allargamento del porto perché a suo giudizio le potenzialità di crescita ci sono tutte. Tanti interventi e numerose argomentazioni per una questione certamente sentita e che di certo continuerà ad esserlo. Per il momento i progetti di sviluppo vanno avanti. Punta Penna, per chi oggi gestisce a livello politico, amministrativo e di pianificazione il territorio, rappresenta un nodo centrale per tutto il Vastese.

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