Cambia la privacy a Whatsapp e boom di iscritti su Telegram e Signal

Grazie al Gdpr le modifiche non saranno attivate né in Italia né in Europa

Redazione
16/01/2021
Attualità
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In questi giorni boom di iscritti su Telegram e Signal, le chat alternative a WhatsApp, dopo che l'app di proprietà di Mark Zuckerberg, che conta nel mondo due miliardi di utenti, ha annunciato nelle scorse settimane la modifica ai suoi termini di servizio sulla privacy da accettare entro l'8 febbraio 2021.

In Italia e in Europa, dove è presente il Gdpr, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, queste modifiche non si possono estendere. Ernesto Belisario, avvocato esperto in diritto delle tecnologie, dice che nonostante l'obbligo di accettare i nuovi termini del servizio non ci sarà un aumento della condivisione di dati tra società diverse né alcun genere di cambiamento significativo. Inoltre alcuni dati già venivano condivisi tra WhatsApp e Facebook, come ad esempio la mail con cui gli utenti si registrano al servizio o le informazioni sul dispositivo da cui viene usata l'app.

Whatsapp ha chiesto agli utenti di accettare i nuovi termini di servizio e non di prestare un nuovo consenso privacy, una prassi frequente", sottolinea l'esperto.

Il dibattito su WhatsApp in questi giorni ha fatto così impennare la popolarità di app alternative come Telegram, fondata nel 2012 dal russo Pavel Durov, che negli ultimi giorni ha registrato 25 milioni di nuovi utenti. "Le persone non vogliono più scambiare la loro privacy con servizi gratuiti", spiega Durov sottolineando che la sua chat è diventata il "più grande rifugio" per chi cerca una piattaforma di comunicazione privata.

Un'altra chat che ha registrato un'impennata di download dopo le critiche a WhatsApp è Signal, sviluppata nel 2013 da un gruppo di attivisti per la privacy e finanziata, tra gli altri, da Brian Acton uno dei fondatori di WhatsApp che ha lasciato la società nel 2017 in disaccordo con la gestione di Facebook che l'aveva comprata tre anni prima. Secondo gli analisti di Sensor Tower, la chat è stata scaricata a livello globale 8,8 milioni di volte dopo che WhatsApp ha annunciato le modifiche.

Telegram e Signal, come WhatsApp, si basano su sistemi di crittografia 'end-to-end', consentono cioè che le conversazioni tra gli utenti delle chat possano essere viste solo da mittente e ricevente. Nemmeno i gestori delle app possono vederle. Signal, a differenza di WhatsApp e Telegram, non conserva neanche le informazioni su dove, quando e con chi hanno comunicato i suoi utenti.

Se per gli utenti di WhatsApp europei e del Regno Unito non cambia nulla, "al di fuori dell'Unione Europea - sottolinea Ernesto Belisario - sarà obbligatorio accettare la condivisione dei dati di WhatsApp con Facebook. Questo significa che informazioni come il numero di cellulare, la rubrica dei contatti o il messaggio di stato potranno essere utilizzati dal social network per mostrare pubblicità personalizzate. Come dimostra bene questa vicenda - conclude l'esperto - le norme del Gdpr sono utili anche in relazione all'obbligo di trasparenza che incombe sui titolari del trattamento. Gli utenti devono avere tutte le informazioni necessarie per scegliere se utilizzare o meno un servizio, eventualmente mettendo in concorrenza diversi servizi e privilegiando quelli meno invasivi".

L’informativa privacy 2021 di Whatsapp ha preoccupato anche il Garante della privacy italiano, che con una nota il 14 gennaio, si è riservato di intervenire d’urgenza e ha portato all’attenzione dell’EDPB il caso dell’aggiornamento dei Termini di servizio e dell’informativa privacy 2di Whatsapp. Il Garante ha ritenuto “poco chiari” sia la comunicazione inviata dal servizio di messaggistica agli utenti sia gli stessi termini di servizio e privacy policy. Whatsapp il 15 gennaio, alla luce delle proteste, ha rinviato la data al 15 maggio.  Whatsapp, in una nota del 15 gennaio, rassicura dicendo che le “modifiche riguardano nuove opzioni facoltative a disposizione degli utenti che desiderano comunicare con le aziende su WhatsApp e offre maggiore trasparenza sulle nostre modalità di raccolta e utilizzo dei dati”. “L’8 febbraio, nessun account verrà sospeso o eliminato. Continueremo a impegnarci per fare chiarezza sulle informazioni errate riguardanti la sicurezza e la privacy su WhatsApp. In modo graduale, e secondo le tempistiche di ciascuno, inviteremo i nostri utenti a rivedere l’informativa prima del 15 maggio, quando saranno disponibili le nuove opzioni business”.

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