Le fonti energetiche alternative, una risorsa o un problema? E' questo l'amletico dubbio che ancora non viene sciolto, nelle aree interne del Medio e Alto vastese, alla continua ricerca di una direttrice di sviluppo. Per anni in queste aree si è sostenuta una politica di investimenti e progetti rivolti all'agricoltura, alla zootecnia, al turismo, all'artigianato, eccetera, ma spesso sono rimaste solo inutili e vuote parole che come pietre in questi anni sono rotolate a valle trasportando tutto il carico delle illusioni e delle delusioni di intere generazioni costrette ad abbandonare il proprio paese. Oggi vediamo che gli stessi ''soloni'' del nulla di ieri sono impegnati a promuovere irrealizzabili modelli di sviluppo che puntano solo sull'eolico, che da un lato producono energia pulita, dall'altro sono elementi impattanti sull'ambiente. Chi è che oggi non crede nella produzione d'energia pulita che rispetti l'ambiente? L'impressione che si ha leggendo i mass media è che in queste aree manchi un progetto di ricerca di fonti energetiche alternative comune a tutte le amministrazioni e che comprenda oltre alle ''pale eoliche'', anche il fotovoltaico, le biomasse, le centrali idroelettriche, ma anche la raccolta differenziata, quella ''porta a porta'', che favorendo il riciclaggio è in grado di produrre meno rifiuti, supportando tali progetti con un'azione informativa ed educativa che illustri ai cittadini tutti i vantaggi dal punto di vista ambientale, energetico e soprattutto economico con un risparmio reale sulle bollette. Affinché le fonti energetiche alternative possano essere una risorsa, è necessario cercare di uscire fuori dai vecchi schemi e lavorare uniti ad un progetto di sviluppo fortemente alternativo e competitivo. Quella che queste aree hanno davanti è una grande sfida prioritaria ed è opportuno affrontarla senza dietrologie e inutili polemiche da amarcord. Chiediamoci allora, è opportuno installate solo le torri pale eoliche? E l'energia ricavata da esse è sufficiente,? Quali sono le altre alternative? A queste e altre domande si possono dare delle risposte solo attraverso il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, delle università, dei centri di ricerca, dei centri di innovazione tecnologica, ma soprattutto gli amministratori devono allargare gli orizzonti verso tutte le altre fonti energetiche alternative esistenti e puntare con coraggio sulla raccolta differenziata. Da un progetto cosi ambizioso ed innovativo si potranno costruire le condizioni perché le aree interne, dell'Alto e Medio vastese diventino un laboratorio Nazionale e Regionale delle fonti energetiche alternative, dove capitale umano e risorsa energetica si fondono per dare vita ad una realtà territoriale in grado di avere la consapevolezza di trovarsi davanti ad una grande opportunità da cogliere per garantire alle future generazioni il diritto di vivere nei propri comuni e nello stesso tempo deve rappresentare una grande occasione di sviluppo. Occorre che la politica ritrovi la capacità di saper portare avanti iniziative, realizzando un incrocio virtuoso tra istituzioni locali, regionali e nazionali, il mondo delle imprese, e dell'università, insomma un progetto condiviso e partecipato. Guardiamo a quanto sta accadendo da tempo in diverse regioni del nostro paese, dove è in corso una caccia all'energia naturale, da parte di una famosa Banca Europea, che ha già acquistato piccoli impianti generatori di energia da biomasse agricole. Gli impianti in realtà non esistono, esistono solo le autorizzazioni. Nel comune di Calto, 865 abitanti, una società agricola ha ottenuto l'autorizzazione per un impianto per la produzione di biomasse da provenienza agricola, e così sta succedendo in altre zone del nostro paese, dove vengono acquisite vecchie centrali idroelettriche. L'auspicio è che si discuta di tutte le fonti energetiche naturali alternative possibili, riportando al centro del progetto il vero protagonista ''le aree interne dell'Alto e Medio vastese''. Alla base di queste mie considerazioni, c'è la convinzione che si devono sfruttare in pieno le potenzialità territoriali presenti, ricordiamo che in queste aree anche il servizio più elementare, diviene indispensabile e di vitale importanza. Vorrei inoltre ricordare agli amministratori che nella competitività territoriale non esistono aree deboli, ma soltanto aree non messe in condizione di competere e dunque costrette a tenere sotterrate le proprie capacità e i propri talenti.