Reati, anche gravi (tentati omicidi, rapine, violenza sessuale e pedofilia), in aumento ed una giustizia sempre più lenta, con carenze tecniche e strutturali a cui il Ministero ''non vuole porre rimedio''. A disegnare il quadro, nient'affatto confortante, è stato ieri mattina il presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, Mario Della Porta, ex presidente del Tribunale di Vasto, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2008. La situazione numerica dei procedimenti penali, secondo il presidente, mantiene costanti le caratteristiche degli anni scorsi ma con un ulteriore aggravio per quanto riguarda il secondo grado di giudizio. In corte d'appello l'aumento delle sopravvenienze è stato del 37%. ''Il carico di lavoro penale di questa Corte - ha sottolineato - è ormai simile a quello di Catania, Firenze, Genova, Venezia, che dispongono di due o più sezioni penali. Ed è quindi evidente che solo il consistente aumento dell'organico, con l'istituzione di una seconda sezione penale, può consentire di affrontare adeguatamente la situazione''. Ma il ministero non sembra disposto a questa soluzione e il futuro sarà tutt'altro che semplice: ''Ci sarà - secondo Della Porta - un costante aggravamento della situazione con evidente responsabilità di chi ha l'onere costituzionale dell'organizzazione giudiziaria''. Scendendo nello specifico dei singoli reati, un capitolo importante è relativo ai reati di natura sessuale commessi da minori o in danno degli stessi. Secondo Della Porta è ''allarmante'' il comportamento di ragazzi ''che non percepiscono la gravità del gesto ed anzi ne fanno oggetto di divulgazione a mezzo di filmati o di ricatti per ottenere dalla vittima ulteriori prestazioni sessuali''. Per quanto riguarda sempre la giustizia penale minorile, si segnala l'aumento di rapine, estorsioni, furti e spaccio di droga. ''Si distinguono in particolare soggetti appartenenti all'etnia rom per circa l'80% e stranieri per circa il 10%, con conferma puntuale di quanto rilevato negli anni precedenti. Fatto questo - secondo Della Porta - che denota la immutata natura della devianza minorile e la inefficacia dei provvedimenti adottati''. Droga, prostituzione, rapine e usura: l'Abruzzo non è più l'''isola felice'' di un tempo. Nel distretto abruzzese le tipologie di reato più frequenti vanno ricondotte alla droga, alla prostituzione (con tratta di donne e minori dall'Est europeo), alle rapine e all'usura. Il presidente ha segnalato però che ''destano allarme pure gli episodi di inquinamento ambientale, particolarmente gravi nella zona di Bussi''. I reati contro la pubblica amministrazione, dopo l'impennata dello scorso anno, sono diminuiti. Nel dettaglio, gli omicidi volontari consumati sono passati da 21 del 2006 a 19 nel 2007; gli omicidi tentati da 25 a 38. ''L'Abruzzo non è più l'isola felice di qualche anno fa - aggiunge poi il procuratore generale presso la Corte d'Appello, Bruno Paolo Amicarelli -. Se è ancora esente dalla presenza di organizzazioni di stampo mafioso insediate stabilmente sul territorio della regione, non mancano 'scorrerie, affari, crimini riconducibili alle organizzazioni di stampo mafioso-camorristico delle regioni vicine', di tanto in tanto accertati dagli organi investigativi. La procura della Repubblica di Vasto - ha detto Amicarelli - sta conducendo un processo per reati di stampo mafioso. Può ben dirsi - ha commentato - che la nostra sia una regione a rischio''. Altra situazione di grave rischio l'intollerabile commistione tra politica e affari, fra gestione della cosa pubblica e cura degli interessi personali. Nota dolente, infine, la lentezza della macchina della giustizia. Sono stati pari ad un milione e mezzo di euro, infatti, i rimborsi che lo Stato italiano ha dovuto pagare nel 2007 in Abruzzo per effetto della legge Pinto, la legge che prevede l'indennizzo per equa riparazione da un processo troppo lungo. I ricorsi per equa riparazione depositati presso la Corte d'appello dell'Aquila sono attualmente 213, vale a dire 72 in più rispetto allo scorso anno. In Italia gli effetti della legge Pinto sfiorano i 50 milioni di rimborsi. In Abruzzo l'andamento dell'ultimo semestre evidenzia un notevole aumento dei ricorsi. Nell'ultimo periodo ne sono pervenuti circa 40 al mese, con una proiezione annuale di di circa 400 unità.