E' il caos. Cittadini che arrivano inviperiti in municipio con le lettere del Comune in mano. Impiegati ed amministratori che provano a spiegare. Confusione ed allarmismo, a Vasto, dopo che a casa di centinaia di famiglie è stata recapitata la nota con cui si comunicano il nuovo sistema di calcolo ed i prezzi del servizio scuolabus e delle mense scolastiche. La tariffa che i genitori devono pagare per far salire ogni mese i propri figli sui pulmini gialli non è più di 16 euro e 60 centesimi per tutti, ma cambia al variare del reddito, con incrementi vicini anche al 120 per cento: 35 euro il costo massimo. ''Non si tratta, però - spiega Domenico Molino, assessore alle Finanze - del reddito puro, ma di quello calcolato in base all'Isee'', cioè all'indicatore della situazione economica equivalente, nome difficile per dire che non conta tutta la cifra che i genitori riescono a guadagnare in un anno col loro lavoro, ma bisogna detrarre alcune cifre, come l'affitto di casa. Per questo, dovranno rivolgersi ad un Caf, centro di assistenza fiscale (ad esempio, le sedi dei sindacati). Le tariffe, da quest'anno, sono state rivoluzionate: in base all'Isee, fino a 4 mila euro, si pagheranno per il trasporto da casa a scuola 10 euro; fino ad 8 mila, la tariffa è di 16 euro, mentre sale a 25 e poi a 35 a seconda che, superati gli 8 mila, si rimanga o no al di sotto dei 12 mila euro. Sconto del 50 per cento per il secondo figlio e servizio gratis dal terzo in poi e per i disabili. ''E per la mensa si può arrivare anche ad 80 euro'', ha commentato un genitore indispettito. ''In realtà - dice Molino - i 12 mila euro Isee corrispondono a 41 mila euro di reddito puro. E i 4 mila della soglia minima equivalgono ad uno stipendio annuale di 11 mila. Il nuovo parametro di calcolo ci viene imposto dalla legge. Per la mensa, pagheranno il massimo solo 168 utenti su 660''. Un po' di informazione in più, però, non avrebbe guastato.