Sentiamo le storie drammatiche dei tantissimi pazienti che combattono contro il Coronavirus, ma solo quando la malattia colpisce persone che conosci si ha una vera consapevolezza della situazione.
Tra le tante c’è la testimonianza di Mauro D’Alessandro, milanese ma vastese d’origine.
E’ stato ricoverato in terapia intensiva a Milano dal 16 marzo e per 21 giorni è stato intubato in gravissime condizioni di salute in terapia intensiva. La voce oggi è ancora molto stanca, perché ancora debilitato da tutto quello che gli è successo, ma ha la felicità di chi ce l’ha fatta.
Racconta che era stato dal medico di famiglia per un controllo, aveva qualche decimo di febbre e poca tosse, ma si sentiva bene. Poi il giorno dopo quasi all’improvviso ha perso le forze, si sentiva molto debole. La sua fortuna è stata che era al telefono con un’amica proprio di Vasto, che ha capito la situazione e si è messa in contatto con la sua famiglia per far arrivare l’ambulanza. Da quel momento Mauro è entrato subito in terapia intensiva. Sono stati giorni veramente difficili soprattutto per i medici che si sono prodigati moltissimo per salvarlo. Quando si è svegliato è arrivato il primario per salutarlo e dirgli che probabilmente la sua guarigione può considerarsi un miracolo. Non tutti, nelle condizioni in cui si trovava lui, sono riusciti a guarire.
Ora è ancora ricoverato, ma sta meglio e probabilmente tra un paio di giorni potrà tornare a casa. Sarà in isolamento altri 21 giorni e poi dovrà fare dei controlli in ospedale. Ringrazia di cuore tutto il personale sanitario che con grande professionalità e umanità l’ha curato. Deve a loro la sua vita.
E’ stato fino a qualche giorno fa sempre senza cellulare. Molti sono stati gli amici, anche qui a Vasto, che si sono subito preoccupati non avendo più sue notizie. Poi un parente in contatto con la figlia è riuscito ad avere e diffondere le sue notizie.
Mauro D’Alessandro nato a Vasto, dall’età di 11 anni si è trasferito a Milano, è in pensione da qualche anno e passa tutte le estati a Vasto, la sua amata città. Da l’anno scorso ha iniziato il percorso di clownterapia con la Ricoclaun con il nome di clown Cacao. La sua simpatia, i suoi modi gentili, la sua solarità ne hanno fatto subito un grande clown e spesso a Milano andava a dare conforto in qualche casa di riposo.
Racconta che la cosa che è stata più difficile è stata essere completamente isolato. Nessuno poteva e può andarlo a trovare, e per molto tempo non ha potuto sentire neanche la figlia al telefono. Ora con il nuovo cellulare è felicissimo di essersi messo in contatto con tutti i suoi cari e con i suoi tantissimi amici e la loro vicinanza e affetto sono per lui molto importanti.
Dice :“Quello che mi hanno insegnato i "nasi rossi ", è sorridi sempre alla vita e regala al prossimo un po' di gioia, perché molti ne hanno bisogno, ora comprendo meglio l’importanza di quel sorriso”.