Sembra dare buoni risultati nell’Ospedale di Chieti l’uso sperimentale del Tocilizumab sui pazienti con Covid-19.
E’ stato infatti dimesso dalla Clinica di Malattie infettive un trentenne trattato con questo farmaco, utilizzato da circa venti giorni al “SS. Annunziata”. Com’è noto, si tratta di una preparazione che contiene molecole già impiegate nella cura dell’artrite reumatoide e in grado di ridurre l’infiammazione che causa danni agli organi.
Sempre oggi dalla stessa Clinica sono stati dimessi anche una donna di 81 anni proveniente dall’Ortopedia di Lanciano e un uomo di 44 anni.
“Nel Policlinico sono in trattamento oltre cento pazienti con terapie antivirali standard - spiega Jacopo Vecchiet, responsabile dell’unità operativa e ordinario di Malattie infettive all’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara -. Sono inoltre in corso diverse terapie sperimentali usate nei casi più critici.
Una decina di pazienti sono in trattamento con il Tocilizumab e tre con il Remdesivir, farmaco innovativo utilizzato per il trattamento dell’Ebola.
Chieti è tra i pochi centri Italiani a cui è stato concesso l’utilizzo del farmaco. I numeri non consentono ancora, per la nostra esperienza, di trarre conclusioni ed è necessario essere cauti. Per il momento possiamo solo prendere atto dei risultati che nei casi singoli riusciamo a ottenere”.
Continua, intanto, all’ospedale di Chieti la riorganizzazione delle attività assistenziali per ampliare il numero dei posti letto da destinare ai pazienti Covid, che nel piano predisposto dalla Direzione aziendale sono 317.
A oggi ne risultano occupati 145, di cui 16 in Rianimazione, 15 a Malattie infettive, 14 a Pneumologia subintensiva, 100 in Medicina.