Alle ore 21 di oggi, con replica alle 17 di domani, domenica 6 gennaio, presso il Teatro Rossetti di Vasto, va in scena, in prima nazionale, ''Un banale incidente'', commedia in due atti di Roberto Lerici, diretta e interpretata da Massimo De Rossi e con Assunta Nugnes. La pièce racconta l'appassionante viaggio nella notte di un uomo, meglio, di un attore dei nostri giorni. Per compiere questo viaggio, il nostro protagonista si servirà delle maschere di personaggi famosi e non, presi in prestito dalla storia, dalla letteratura, dal mito, dal mondo del teatro; maschere che sanno e fanno ridere e che ci aiutano a guardare in faccia l'assurdità della vita e della morte. ''Un banale incidente'' si può inserire nella vasta ed eclettica produzione teatrale di Lerici, quale ideale continuazione di un altro testo che ebbe grande successo alla fine degli Anni Settanta: ''Bagno finale''. Questa volta non si tratta di un monologo, ma di una commedia comica in due atti per due attori, scritta negli Anni Novanta e a tutt'oggi mai rappresentata. L'appuntamento di Vasto del 5 e 6 gennaio, per la rassegna ''Un altro teatro'', promossa dall'Atam (Associazione Teatrale Abruzzese Molisana), è, come detto, una prima nazionale. La compagnia è già al Teatro Rossetti per le ultime prove. In ''Un banale incidente'', tutto accade in una notte, appunto, e tutto accade per caso, così sembra. ''Il pubblico ha già preso posto in platea - riferiscono gli organizzatori - mancano pochi minuti all'inizio dello spettacolo. Quando il sipario si apre, il palcoscenico è deserto, la scenografia è ancora tutta da montare, i riflettori sono buttati a terra. Veniamo a sapere dal nostro protagonista che gli attori della compagnia e il camion con le scene sono bloccati da qualche parte, a causa di ''un banale incidente'', appunto. Superati i primi momenti di imbarazzo, il nostro attore instaura col pubblico un rapporto privato, inizia così un viaggio che ci conduce all'interno dell'immaginario, in un gioco pirotecnico acceso dalla fantasia del protagonista. Per compiere questo viaggio, l'attore si servirà delle ''maschere'' di personaggi in parte famosi. Fra i tanti personaggi evocati o immaginati, irrompe sulla scena, con tutto il fracasso del suo sgangherato motorino, Donatella, una giovane aspirante attrice: è il tipico esempio della new wave dei teatrini romani che sogna -perché no?!- di affermarsi in televisione o magari in qualche teatro off Broadway. Nella seconda parte dello spettacolo, tra l'uomo -di cui non conosceremo mai il nome- e i suoi ''sogni'' (la madre, la moglie che tenterà di uccidere) il gioco si spingerà oltre l'immaginario e sorprendente finale; ancora una volta ci rendiamo conto che il riso, la cui potenza eversiva permette di guardare in faccia la crudele assurdità della vita e della morte che travolge, invece, chi non è capace di ridere, nasce spesso dalla sconsolata e ferma consapevolezza del male e del disagio''.