Torna a ribadire la sua netta contrarietà ai progetti di ampliamento del porto di Punta Penna l'associazione civica ''Porta Nuova''. Nel 'mirino' del sodalizio, ancora una volta, le recenti decisioni del Consiglio comunale con le quali avallato il nuovo piano regolatore portuale che contempla un consistente allargamento del bacino. Ieri mattina è stato il presidente dell'associazione, Michele Celenza, affiancato dal responsabile dell'Arci, Lino Salvatorelli, a ribadire le motivazioni della contrarietà al prp. Secondo Celenza, anche l'inserimento di Punta Penna nel casello delle 'autostrade del mare' a livello nazionale non giustifica l'ampliamento. ''Il porto andava bene così com'è'', ha detto. Contestato, poi, il cambio di rotta del sindaco Lapenna che quando era assessore provinciale si espresse a favore di un piano territoriale delle attività produttive dove per Punta Penna non c'erano ipotesi di allargamento, anzi si definivano sottoutilizzate le attuali banchine, e da sindaco, qualche tempo dopo, avalla, con la maggioranza, un progetto di ampliamento. Ed ancora, rincara la dose Celenza, la ''grave sottovalutazione delle ricadute ambientali'' e la ''sudditanza acritica al potere economico''. Celenza motiva: ''Chi, come noi, contro questa cultura politica conduce da tempo una battaglia, prima che politica, civile, si ritrova suo malgrado a fare la figura di quello cui non va mai bene niente. Non è così. Riprendendo un suggerimento dell'ex assessore regionale Desiati, avevamo richiesto all'amministrazione comunale, prima dell'approvazione del prp, l'adozione dell'istituto del Piano d'Area, con l'obiettivo di giungere, secondo un percorso di pubblica evidenza, ad un assetto finalmente razionale, o un po' meno irrazionale, della zona. Ciò avrebbe consentito di favorire la partecipazione civile, di coinvolgere la città nel processo decisionale, di giungere in tempi definiti ad una decisione più o meno condivisa, ma certo informata e consapevole (o in ogni caso più informata e consapevole di quella attuale). Sarebbe stata una prova di democrazia, e di reale discontinuità con il passato. Si è scelto di fare il contrario. A questo punto speriamo - e ci pare proprio ve ne siano gli estremi - che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici blocchi l'iter del progetto, o per lo meno che esso sia bocciato dal Ministero dell'Ambiente nel corso della procedura di valutazione di impatto ambientale. Allora, e solo allora - conclude -, la proposta del Piano d'Area potrebbe tornare di attualità''. Nella foto resti di fortezza medievale con sullo sfondo serbatoi di un'industria a Punta Penna