Attività commerciali che denunciano una superficie di vendita inferiore e stabilimenti balneari che non sono in regola con la Tari, la tassa sui rifiuti. Si aprono nuovi fronti nell’ambito della lotta alla evasione che l’ufficio comunale delle entrate, diretto da Maurizio Franceschini, sta portando avanti, facendo rientrare nelle casse dell’ente importi di tutto rispetto.
Ammonta a 200mila euro la somma che il Comune è riuscito a recuperare finora dopo una serie di controlli incrociati e che si và ad aggiungere alle 100mila euro delle “doppie residenze”: moglie e marito, non separati legalmente, residenti entrambi a Vasto, ma in due immobili diversi. Con questo escamotage una settantina di coppie sono riuscite a non pagare l’Imu sulla seconda casa.
“Gli uffici stanno effettuando verifiche sulle attività commerciali che hanno una superficie superiore ai 300 metri quadri”, spiega il sindaco Francesco Menna, “lo scopo di tali controlli è stanare i furbetti. Abbiamo scoperto il caso di un’attività commerciale che aveva denunciato uno spazio di 1.000 metri quadri, di cui 300 destinati alla vendita e 700 a magazzino, con lo scopo di pagare un importo della tassa sui rifiuti più bassa. Si trattava, in realtà, di una falsa dichiarazione. Attualmente sono in corso verifiche incrociate tra Catasto, Camera di commercio e Polizia Municipale per accertare il reale spazio di vendita. L’invito che rivolgo a chi non è in regola è di venire subito in Comune per fare un’autodenuncia in modo da evitare pesanti sanzioni”.
Gli accertamenti, che presto verranno allargati anche agli studi professionali e alle agenzie, hanno riguardato finanche gli stabilimenti balneari e le concessioni demaniali pluriennali e stagionali.
“Abbiamo avuto modo di verificare che circa il 60% della platea interessata al pagamento della Tari non aveva pagato la tassa negli ultimi cinque anni a causa di una norma poco chiara”, annota il primo cittadino, “alcune sentenze granitiche che sono intervenute in seguito ci hanno aiutato a circoscrivere meglio questa situazione. Ci siamo riuniti con gli operatori ed in maniera molto collaborativa siamo addivenuti ad un accordo che consentirà ai balneatori di rateizzare gli importi e al Comune di introitare una somma di circa 200mila euro”.
E non è finita qui. L’amministrazione comunale annuncia che i controlli verranno presto allargati agli studi professionali e alle agenzie. Anche in questo caso le verifiche riguardano il pagamento della Tari, il cui importo è inferiore di circa il 30% se il libero professionista denuncia la sede della propria attività come abitazione e non come studio. Siamo quindi in presenza, ancora una volta, di false dichiarazioni.