Ha avuto molto successo l’iniziativa, promossa da Italia Nostra nella Settimana del Patrimonio Culturale, per conoscere l’Acquedotto romano delle Luci, con una passeggiata, organizzata da Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del vastese e Marco Rapino archeo-speleologo della cooperativa Parsifal, dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate, passando per i pozzi, tra le campagne vastesi per arrivare nella zona urbana fino alla Villa Comunale.
Marco Rapino, che conosce bene l’interno dell’acquedotto ne ha spiegato tutte le caratteristiche tecniche, Davide Aquilano le caratteristiche storico e archeologiche, di quest’opera risalente al I secolo d.C, che ha fornito acqua alla città fino all'arrivo dell'acquedotto del Sinello nel 1926.
Molte persone hanno partecipato all’iniziativa con grande interesse e curiosità, scoprendo, tra gli uliveti e le campagne, le caratteristiche di questo importante monumento dell’antica Histonium, che dimostra il grande talento dell’ingegneria idraulica romana, ma anche lo studio geologico che sono riusciti a fare, per capire, due millenni fa, dove posizionare i pozzi per avere più acqua, sfruttando perfettamente la morfologia del terreno. E’ stato veramente interessante scoprire tra la vegetazione i vari pozzi, che si presentano come parallelepipedi a base quadrata di altezza variabile, rivestiti di mattoni e chiusi in alto da una lastra di pietra calcarea.
La grande passione di Davide Aquilano e Marco Rapino per questo importante monumento dell’antica Histonium, ha consentito in questi anni uno studio accurato delle parti dell’acquedotto ancora visitabili dall’interno. Il percorso di circa 2 km è in ambiente ipogeo, come in molti altri acquedotti romani, ma in alcune zone è inaccessibile. Dalla località a nord della attuale chiesa di Sant’Antonio arriva al grandioso complesso delle Cisterne Romane, che era nella parte più alta dell’antica Histonium. L’Acquedotto delle Luci, assieme con altre opere idrauliche, garantiva l’approvvigionamento idrico della città di Histonium, ed era utilizzato per le esigenze alimentari, produttive ma anche di svago come le Terme Romane e le fontane monumentali.
Ad oggi, il sistema funziona ancora benissimo, infatti, i tratti ispezionati da Marco Rapino dimostrano che porta ancora acqua.
Durante la passeggiata sono stati evidenziati anche tutti i problemi che l’acquedotto ha avuto durante i secoli e soprattutto recentemente. Molti i punti visibili anche ad occhio nudo in cui l’acquedotto, per diverse cause, disperde nel terreno grandi quantità di acqua, influendo negativamente sul dissesto idrogeologico del costone orientale di Vasto.
L’Acquedotto delle Luci è sopravvissuto all’incirca due millenni grazie sia alla capacità tecnica ed agli accorgimenti usati dai suoi costruttori, ma anche grazie al lavoro di coloro che nei secoli successivi ne hanno curato la manutenzione. Ciò che negli ultimi decenni non è più avvenuto.
Davide Aquilano ha sottolineato l’importanza di diffondere la conoscenza dell’Acquedotto delle Luci, per molti ancora sconosciuto, per curare la manutenzione, salvaguardarlo, ma anche per ripristinare la sua funzionalità, e soprattutto per evitare il rischio di crolli e frane.
Per chi vuole approfondire l'argomento:
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