Vorrei vedere sempre meno post e Instagram stories sulla Shoah, sull'importanza del ricordo, ma sempre più consapevolezza del reale significato di questa ricorrenza. Ricordare le vittime dell'Olocausto non è una prassi, sebbene alcuni comincino a comportarsi di conseguenza. Il mondo si ferma a riflettere soltanto il 27 Gennaio, il tempo necessario a condividere la frasetta di repertorio.
Si fa 'Click' su 'Condividi', ma l'unica cosa che traspare è l'illusione di essersi opposti alle 'naziste volgarità'.
Poi, all'alba del 28 Gennaio, il 'diverso' è deriso, i muri separano intere famiglie, si lucra ancora sui bisognosi e ci si afferma, ancora ed inevitabilmente, a danno dei più deboli. E ciò di cui si è parlato fino a qualche ora prima scorre inesorabilmente verso la dimenticanza... almeno fino alla prossima sua ricorrenza.
È vero, il 27 Gennaio cade questa ciclicità, ma il ricordo permane tutti i giorni dell'anno, non soltanto in questa occasione.
Opporsi alle atrocità del Nazismo il 27 Gennaio, significa farlo ogni giorno dell'anno, per sempre: essere avversi a tutti coloro pronti ad affermarsi a danno degli altri sulla base di una diversità culturale, etnica o religiosa, ed esserlo in ogni momento.
Fin quando difendere il più debole non diverrà la più grande missione dell'umanità le vittime dell'Olocausto non saranno mai ricordate davvero, saranno morte per nulla ed i campi di concentramento saranno 'pieni' per sempre.