“Aspetto di leggere le motivazioni. Al momento non posso che manifestare il mio dispiacere per la decisione assunta dal Gup che, di fatto, rinuncia ad approfondire una serie di procedure anomale che non trovano riscontro alcuno nella normativa vigente. Modalità operative praticate non in modo occasionale che a mio modo di vedere meritavano un’analisi più ampia”.
Stefano Comparelli, il promoter vastese che ha dato il via all’inchiesta sulle manifestazioni estive 2013, commenta la sentenza di “non luogo a procedere” emessa dal Gup Fabrizio Pasquale a carico della ex giunta comunale.
Luciano Lapenna, sindaco all’epoca dei fatti e gli assessori in carica (Vincenzo Sputore, Nicola Tiberio, Mario Olivieri, Anna Suriani, Luigi Masciulli e Lina Marchesani), sono finiti nell’indagine aperta dalla Procura insieme al dirigente comunale Michele D’Annunzio e al titolare dell’agenzia Muzak, Nando Miscione. Sono stati tutti prosciolti “perché il fatto non sussiste”.
Le motivazioni saranno rese note fra un mese, ma il principio su cui hanno dato battaglia i legali è tutto incentrato sul concetto delle “prestazioni infungibili”.
Stando a tale tesi, ritenuta fondata dal giudice, gli eventi estivi costati 170mila euro non erano soggetti a gara nonostante la somma sia di lunga superiore al tetto stabilito dalla legge (40mila euro) per l’affidamento diretto. Mentre le parti esultano per il proscioglimento, Comparelli manifesta tutto il suo disappunto.
“E’ chiaro che per ogni considerazione che entri nel merito della sentenza bisogna necessariamente attendere le motivazioni”, attacca Comparelli, “però alla luce delle dichiarazioni rese a margine della sentenza dalle parti coinvolte va sicuramente sottolineato che se gli atti da noi presentati hanno trovato conforto nella richiesta di rinvio a giudizio da parte del procuratore capo Giampiero Di Florio, tutto questo non può portare nessuno a declassare la nostra azione come i vaneggiamenti di un cittadino in cerca di notorietà. In ultimo non posso non rilevare l’assordante silenzio di una cittadinanza ormai in narcosi permanente, ma ancor più grave quello di una politica che in senso trasversale, ha inteso lasciare solo un cittadino che ha deciso di affrontare quella che io ho sempre definito una battaglia di civiltà, non essendomi nemmeno costituito parte civile”.
Il proscioglimento è stato accolto invece con estrema soddisfazione dal legale del consigliere regionale uscente Mario Olivieri. “Non siamo mai stati preoccupati perché eravamo convinti della legittimità dell’operato della giunta di cui Olivieri faceva parte”, commenta l’avvocato Marisa Berarducci, “ma è chiaro che con questo proscioglimento il mio assistito, che è candidato, può affrontare con la dovuta tranquillità la campagna elettorale”.