Torna il tradizionale appuntamento con i Canti de Lu Sand’Andunie

Il 16 gennaio, vigilia della festa di Sant'Antonio Abate, brani popolari tra sacro e profano

Lea Di Scipio
15/01/2019
Appuntamenti
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Come ogni anno si rinnova, tra sacro e profano, la festa tradizionale, del 17 gennaio, dedicata a Sant’Antonio Abate.

Mercoledì 16 gennaio, alla vigilia della giornata dedicata al fondatore del monachesimo cristiano, gruppi di cantori e musicisti si riuniranno sulle note de “Lu Sand'Andunie de jennàre” o, come viene chiamato per distinguerlo dal Santo di Padova, del “Sand'Andunie de lu porche”.

Tra questi si sono dati già appuntamento sui social, l’Allegra Compagnia del Cavaliere, alle ore 18.30 presso il Cortile di Palazzo d’Avalos, il gruppo Vasto Com’era, alle ore 16.00 presso la sede dell’Associaizone San Paolo, e altri cori che si uniranno ai festeggiamenti.

Un po' di storia

La figura del Santo viene associata al maiale perché i suoi festeggiamenti corrispondono al periodo della macellazione e anche perché, anticamente, i frati Antoniani allevavano un maiale, a spese delle comunità, per donare la carne ai poveri e per curare, grazie al grasso dell’animale, la malattia detta “lu foche de Sand'Andunie”.

La narrazione dei cori popolari, cui segue la richiesta di offerte quali salsicce, vino rosso e dolci tipici, viene resa ancor più suggestiva dalla rievocazione mimata delle "tentazioni di Sant' Antonio nel deserto". I personaggi più importanti che vengono interpretati sono Sant’Antonio Abate e il diavolo.

Il Santo indossa un saio dall’ampio cappuccio e alla vita ha un cordone che l’interprete invita a baciare e che stringe per darsi forza contro il tentatore. Porta con se un pesante bastone, spesso a forma di stampella, emblema tradizionale del monaco medievale il cui dovere era di aiutare gli zoppi e gli infermi o a ricordare semplicemente un bastone pastorale. Ha un crocifisso infilato nel cordone della cintura che viene mostrato al diavolo per scacciarlo. Il Diavolo, invece, è vestito di rosso ed è dotato di corna sulla testa e di una lunga coda con la quale sfiora chiunque gli capiti a tiro. Ha una “forca” con la quale gira intorno a Sant’Antonio per provocarlo ed indurlo in tentazione.

Questa festività religiosa trova un grande accoglimento nella tradizione vastese ed è espressione dell'invocazione della protezione del Santo contro il maligno che minaccia la prosperità della famiglia, dei raccolti e degli animali.

Molto nota è anche la cerimonia di benedizione degli animali che fino alla metà dell'ottocento veniva celebrata nella cappella di S. Antonio Abate, oggi non più esistente, ma che sorgeva nei pressi della Madonna delle Grazie, Chiesa nella quale il rito fu sposato nel secolo scorso.

Quest’ultimo prevedeva che gli animali facessero tre giri intorno alla chiesetta, sostando per un momento sul portale dove il prete li benediva. Al terzo giro i padroni, dopo aver offerto loro una donazione, avevano in cambio un'immaginetta del Santo, che poi attaccavano sulla testa dei loro animali, per lo più cavalli.

Si racconta anche che il dorso degli animali venisse rasato, realizzando il simbolo della croce come buono auspicio per l’anno a venire, proteggendo gli animali da qualsiasi disgrazia.

Oggi la cerimonia di benedizione degli animali avviene presso la Chiesa di Sant'Antonio Abate, dopo la messa delle 18.00, il giorno 17 gennaio e presso la Chiesa della Madonna Addolorata in Contrada Pagliarelli a Vasto, che quest’anno avrà luogo domenica 21 gennaio 2018 alle 0re 11.00.

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