Non si può morire a 15 anni...

Una piccola riflessione in ricordo di Cristian, ragazzo 15enne studente del 'Mattei' di Vasto scomparso il 13 agosto

Piermario Angelini
14/08/2018
Attualità
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Viviamo in equilibrio come su una lama d'acciaio perché le nostre vite sono appese ad un filo sottile, sottilissimo. C'è un'età per fare ogni cosa: crescere, imparare a camminare, pronunciare la prima parola; c'è un'età persino per provare il tiro ad una sigaretta, per imparare a guidare. Ma soprattutto esiste, e ne sono sicuro, un momento per morire; esiste un'età in cui ci si può lasciare andare ed in cui ci è concesso di perdere l'equilibrio: non è questa. Non è questo il momento, non è questo il modo.

Quando hai 15 anni condividi le tue passioni con i compagni di scuola, studi, ti innamori di una ragazza, esci la sera e ti diverti. Ti preoccupi se l'interrogazione è andata male, se la macchinetta di scuola ti ha rubato i soldi della merenda, se fai arrabbiare i tuoi genitori o se il motorino, quando serve, non parte. Quando hai quest'età, la più bella di tutte, non puoi preoccuparti di morire. Non devi farlo, i problemi sono altri. Quando hai 15 anni, al massimo, discuti con un amico, con un professore oppure inizi a fare i conti con la realtà che ti circonda.

Ogni estate siamo posti dinanzi al dolore di perdere precocemente ragazzi, piccoli uomini, che non sono affatto pronti per la dipartita; ragazzi che volevano avere un futuro, che avevano un sogno, che intendevano finire la scuola e che, magari, lavoravano già da tempo. Si tratta di ragazzi che inseguivano un sogno, una passione da portare a termine. Questi ragazzi li notavi per gli occhi pieni di luce, non occhi spenti, per la loro intraprendenza e la voglia di vivere.

Una famosa canzone (di Luis Miguel, intitolata 'Noi ragazzi di oggi') racconta il bello di essere ragazzi, della positività dei giovani: 'Coloriamo questa città'. Dopo il 13 agosto, le nostre città e la nostra scuola vanteranno un colore in meno, saranno come un arcobaleno al quale manca una tonalità: forse sarà meno speciale, indubbiamente più spento. La tua classe forse sembrerà più vuota, ma, in realtà, tutti saremo consapevoli che tu sei ancora seduto a quel banco esattamente come sempre.

Buon viaggio Cristian, il Mattei custodirà il tuo ricordo per sempre con sé.
 

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