Giustizia divina, ma anche terrena. Per questo don Nicola Antonini, parroco di San Giovanni Battista a Monteodorisio, ha chiesto di parlare a chi eventualmente sa. Come ha sollecitato il responsabile a farsi avanti e confessare il delitto.
Lo ha fatto oggi pomeriggio, il sacerdote, all’omelia del rito funebre di Antonio Lizzi, il 69 enne assassinato nei giorni scorsi e trovato senza vita, la sera di domenica, dai Carabinieri della Compagnia di Vasto. Sul sagrato, con parenti, amici e conoscenti, c’erano i figli Graziano e Nando ad attendere il feretro del padre. Occhiali scuri il primo, piumino e copricapo il secondo, hanno ricevuto l’abbraccio del prete. Un’omelia accorata, quella di don Nicola, che ha invocato lo Spirito Santo, affinché si giunga presto alla verità. “La giustizia divina – ha poi scandito – quella ci sarà”. La sensazione è che, data sepoltura al pensionato della Pilkington, che tutti in paese conoscevano, le indagini possano portare alla svolta. Lo ha fatto intendere, stamane, il comandante provinciale di Chieti dei Carabinieri, il colonnello Florimondo Forleo, che con i militari dell’Arma della compagnia di Vasto, guidata dal maggiore Amedeo Consales, sta chiudendo il cerchio: “Un delitto – ha detto Forleo – maturato in ambito locale”.
Il presunto assassino, dunque, per gli inquirenti è da cercare a Monteodorisio o poco lontano.
Il procuratore della repubblica di Vasto, Giampiero Di Florio, che con il sostituto Gabriella De Lucia conduce la delicata inchiesta, potrebbe chiedere fin dalle prossime ore al Gip del Tribunale l’emissione di un mandato d’arresto. Antonio Lizzi, che pare abbia aperto lui la porta al suo carnefice, è morto a causa di una compressione del torace: il killer, è da capire ancora perché, lo ha calpestato selvaggiamente, spezzandogli le costole.