Giovanni Falcone e Paolo Borsellino parteciparono al XXI Convegno dell'Associazione Nazionale Magistrati che si tenne nel Tribunale di Vasto dal 7 al 9 giugno 1991.
L’anno dopo i due magistrati furono vittime di mafia nelle stragi di Capaci e di via D'Amelio.
A 25 anni da quei tragici eventi, l'Ordine degli Avvocati di Vasto ha voluto ricordarli con una targa affissa in quella stessa Aula Magna "Carlo Anelli", in cui Borsellino condivise con gli altri colleghi magistrati e avvocati la sua relazione dal titolo "Le riforme e l'autonomia e indipendenza del Pubblico Ministero".
Per l’occasione si è svolta la tavola rotonda dal tema “Falcone e Borsellino, la passione di una vita” che è stata moderata da Anna Paola Sabatini, direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale del Molise, che ha aperto l’incontro con queste parole: “l’effige che abbiamo posto oggi è simbolo alla lotta all’illegalità. La passione di una vita è sfociata nel sacrificio di questi due magistrati in virtù di beni superiori, di libertà e di giustizia che spero siano monito per i giovani presenti”.
Un’aula, infatti, gremita di studenti provenienti da quattro Istituti vastesi, l’ITSET Filippo Palizzi, l’Istituto di Istruzione Superiore “Enrico Mattei”, il Polo Liceale Pantini Pudente, l'Istituto Comprensivo Rossetti e il Polo Liceale “R . Mattioli".
A loro si è rivolto il Procuratore della Repubblica, Giampiero Di Florio dicendo: “vedere le vostre facce così pulite ci rincuora e ci stimola a fare di più. La mia generazione si è ispirata a quelle figure che hanno sacrificato la propria vita personale e familiare. Una vita vissuta in clausura, in un bunker senza finestre come servitori dello stato e non come suoi usufruitori finali. Falcone e Borsellino sono gli Eroi della storia contemporanea del nostro stato. Utilizzare il termine collega mi porta a chiedere se sono degno di essere accostato ai loro”.
Presente anche il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli che, citando le parole di Antonino Caponnetto, padre del pool antimafia, ha detto "la mafia ha paura più della scuola che della stessa giustizia, quindi, cari ragazzi, è dalla cultura della legalità che passa il nostro futuro, ma soprattutto il vostro”.
Nel suo intervento il presidente del Tribunale, Bruno Giangiacomo, ha voluto sottolineare fortemente quanto “i due magistrati rappresentino un simbolo della lotta alla illegalità non solo a livello nazionale ma mondiale. Giangiacomo ha ricordato, inoltre, che "il maxi-processo è stato il più grande procedimento giudiziario contro la criminalità organizzata. Falcone e Borsellino hanno sempre creduto che l'apparato giudiziario da solo può risolvere pochi problemi".
A chiudere gli interventi, arricchiti anche dalla partecipazione del Sindaco di Vasto Francesco Menna e dell’avvocato Vittorio Melone, presidente del Consiglio dell’Ordine Forense, è stato Giovanni Legnini, vicepresidente del CSM, che ha presentato i due volumi che il Consiglio Superiore della Magistratura ha dedicato ai due magistrati. Le corpose pubblicazioni, contenenti documenti, alcuni dei quali inediti, mostrano il rapporto di Falcone e Borsellino con il CSM: “i volumi - ha detto Legnini - danno un contributo non formale alla ricostruzione dei mesi intercorsi tra le due stragi, da Capaci a via D'Amelio. Falcone e Borsellino ci hanno lasciato una grande eredità non solo legata alla memoria del sacrificio, ma dovuta all’attualità e all’efficacia delle scelte che fecero nella lotta alla mafia”.