Molto probabilmente, non frequentando assiduamente la Città di Vasto per ragioni di lavoro, devo essermi perso qualcosa.
Giovedì pomeriggio al Teatro Rossetti, nel corso della manifestazione “Uno spot per l’Abruzzo”, sono state consegnate delle statuette a personaggi del Vastese che si sono distinti nel campo della cultura, delle arti, del turismo, del lavoro e del sociale. L’oggetto consegnato è ispirato, per stessa ammissione degli organizzatori, alla statua della Bagnante che fa bella mostra di sé a Vasto Marina, come è scritto alla base.
Perché chiamare il premio Sirenetta d’Argento?
Uno dei simboli di Copenaghen, come è noto, è la statua della Sirenetta posta all’ingresso del porto. Raffigura la protagonista, Sirenetta, di una delle più celebri fiabe di Hans Christian Andersen. Quello di Vasto, come scrive Lino Spadaccini su noivastesi.blogspot.it, è un monumento dedicato alla bellezza femminile, che si erge imponente ed elegante su uno scoglio di Scaramuzza, nato dall’idea del Comune e dell’Azienda di Soggiorno e Turismo allora guidata dall’avvocato Roberto Bontempo.
L’opera, fusa nel bronzo (presso la Fonderia Artistica Fracaro Arte di Vicenza), è stata realizzata, nel 1979, dallo scultore ortonese Aldo D’Adamo; pesa mezza tonnellata ed è alta tre metri e sessanta. L’artista ha modellato il suo personaggio in un atteggiamento naturale, ma se vogliamo, anche ambiguo, in quanto non è ben chiaro se si sta allacciando o slacciando il ridottissimo bikini, per godere, in maniera integrale, il sole e la spiaggia di Vasto Marina.
Ed allora perché far perdere questa identità alla nostra bagnante che è stata spogliata della sua piena titolarità a tutto vantaggio della sirenetta?