Rinuncia all’incarico di dirigente e torna a fare l’avvocato a tempo pieno.
Alfonso Mercogliano ha deciso di rimuovere l’incompatibilità che gli era stata contestata nei mesi scorsi dal Consiglio dell’Ordine Forense pena la cancellazione dall’albo speciale degli addetti all’ufficio legale del Comune.
La decisione, che era nell’aria, è stata confermata ieri dallo stesso sindaco Francesco Menna.
“Ho dato mandato al segretario comunale Rosa Piazza di redigere un avviso finalizzato al reperimento, all’interno della struttura, di una figura che possa assolvere all’incarico per le funzioni già assegnate all’avvocato Mercogliano”, fa sapere Menna, “tutto ciò nelle more di una riorganizzazione della macrostruttura dell’ente”.
Attualmente il Comune di Vasto può contare solo su tre dirigenti, due dei quali prossimi alla pensione: Vincenzo Marcello e Michele D’Annunzio. Il terzo, nominato dal sindaco lo scorso mese di gennaio, è Stefano Monteferrante a capo della sezione urbanistica, anch’egli proveniente dall’avvocatura comunale.
Ieri non appena si è sparsa la notizia della rinuncia da parte di Mercogliano degli incarichi dirigenziali, molti hanno pensato che la decisione fosse in qualche modo ricollegabile alla vicenda Pulchra e al contenzioso da un milione di euro che sta tenendo banco da alcuni giorni dopo la scoperta, fatta dal gruppo consiliare del Movimento 5 stelle, del ricorso del Comune dichiarato improcedibile dal giudice a causa di un errore tecnico: la tardiva iscrizione al ruolo della causa. Ma è stato lo stesso Mercogliano a sgombrare il campo da illazioni precisando che la sua richiesta di rinunciare all’incarico dirigenziale è stata presentata già ai primi di agosto.
E’ di quel periodo la nota in cui l’organismo di rappresentanza dell’avvocatura chiedeva al dirigente di rimuovere l’incompatibilità rinunciando agli incarichi che gli erano stati conferiti dal sindaco con due distinti decreti del 9 novembre 2016 e del 15 maggio 2017. In caso contrario il Consiglio presieduto da Vittorio Melone avrebbe agito d’ufficio con la cancellazione dall’albo speciale, sul presupposto che non si possono svolgere funzioni dirigenziali ed occuparsi, nello stesso tempo, di patrocinare, assistere e difendere il Comune. Si tratterebbe, in sostanza, di una commistione di ruoli che viola le leggi.