Non è semplice spiegare le ragioni del calo delle donazioni che stanno avvenendo nella Regione Abruzzo, così come nella maggioranza delle regioni italiane, con effetti preoccupanti sulla tenuta del sistema trasfusionale e sulla garanzia dei livelli di assistenza in medicina trasfusionale.
Sicuramente una delle principali cause è quella della riduzione progressiva del numero dei donatori periodici.
Nella nostra Regione il numero complessivo dei donatori periodici al 31 dicembre 2016 è stato di 31.738, con una diminuzione rispetto al 2015 di 1.242 donatori, pari al 4% del totale. Il calo si è evidenziato soprattutto nella fascia di età compresa trai 18 ed i 45 anni.
Le conseguenze di questo trend negativo si sono evidenziati in maniera più consistente a partire dal primo semestre del 2017, periodo in cui sono state prodotte a livello regionale 26.182 unità di emazie a fronte di un fabbisogno di 28.325 unità, a cui si è comunque potuto fare fronte attraverso l’importazione di circa 2.000 unità di emazie da altre regioni.
Particolarmente complessa è risultata la situazione della ASL di Chieti dove, a causa degli elevati consumi del Policlinico S. Annunziata e della complessità della rete ospedaliera pubblica e privata aziendale, è stato più difficile garantire l’equilibrio tra produzione e consumi.
Non è dunque semplice spiegare le ragioni del calo delle donazioni e del numero dei donatori periodici. Tra queste possiamo in particolare annoverare:
1) la progressiva riduzione del ricambio generazionale all’interno della popolazione dei donatori periodici, legato soprattutto ai cambiamenti demografici in atto (riduzione del numero dei giovani rispetto alla popolazione anziana), alle dinamiche socio-economiche che stanno pesantemente segnando e precarizzando la vita dei giovani del nostro paese e al conseguente calo motivazionale e difficoltà a svolgere in modo stabile attività di tipo solidaristico.
2) l’adozione di misure più restrittive per la selezione dei candidati donatori, la diffusione sul territorio nazionale di nuovi agenti infettivi trasmissibili attraverso la trasfusione di sangue conseguenti alla mobilità dei cittadini ed ai cambiamenti climatici (Virus del Nilo, Virus Zika, Malaria, Chagas, etc..) e soprattutto, nei giovani trai 18 ed i 25 anni, il crescente utilizzo di sostanze stupefacenti, la diffusione della pratica dei tatuaggi e dei rapporti sessuali non protetti.
Queste problematiche sono già state tempestivamente affrontate e discusse all’interno del sistema trasfusionale regionale e sia gli operatori sanitari che le associazioni di donatori di sangue stanno mettendo in campo tutte le iniziative possibili, anche di carattere straordinario, per incrementare il numero dei donatori periodici e delle donazioni.
Anche la Regione Abruzzo ed in particolare l’Assessorato alla Salute ed al Welfare ha adottato adeguate misure organizzative ed economiche al fine di contrastare questo preoccupante trend, contenute all’interno della nuova Convenzione stipulata nel mese di aprile c.a. con le Associazioni regionali di donatori di sangue ed attualmente in corso di recepimento da parte delle Aziende Sanitarie Locali.
Per concludere vorrei ringraziare i donatori, gli operatori del Servizio Trasfusionale Regionale e le Associazioni di donatori di sangue per il grande lavoro che stanno svolgendo per garantire la salute dei pazienti e lanciare un appello a tutti i cittadini abruzzesi perché aderiscano con entusiasmo al programma regionale di donazione del sangue, considerato che questo, come per i trapianti, è l’unico settore della sanità pubblica il cui successo dipende esclusivamente dalla partecipazione diretta dei cittadini.
Il sangue non si può acquistare in farmacia, ma si può soltanto donare.
Pasquale Colamartino, Direttore del Centro Regionale Sangue Regione Abruzzo