Con questo Collegio, ultimo adempimento di quest'anno scolastico, termina veramente la mia attività in questo Istituto.
Ora, pensare al mio percorso lavorativo e professionale, e immaginare che si è giunti ad un punto di arrivo, cioè al termine di un ciclo, non può che originare ampie riflessioni. L’esperienza di quest’anno scolastico è stata molto impegnativa, ma al tempo stesso molto formativa. È stato un anno molto intenso, sia di impegni che di esperienze, un anno ricco di stimoli e motivazioni che mi hanno permesso di viverlo appieno. Ho imparato molto anche nella gestione dei rapporti interpersonali.
Mi sento quindi in dovere di rivolgere un sincero e sentito ringraziamento a tutti indistintamente, per l’accoglienza ricevuta sin dal primo momento.
La scuola ha rappresentato il luogo ove la mia persona ha avuto occasione quotidiana di esaltazione e di rivalutazione.
Che cosa mi resta di quest’anno?
- Sacrificio: pomeriggi e domeniche dedicate alla preparazione delle lezioni, cercando di renderle creative e stimolanti.
- Sorrisi: l’entusiasmo dei ragazzi.
- Stupore: la meraviglia continua nel rendersi conto di quanto possano assorbire gli studenti.
- Unione: l’intuizione della collega che capisce quando è il momento di offrirti un caffè.
- Confronto: fra colleghi e con i ragazzi, che sono stati "fonte" di rigenerazione continua.
Sono sicura che tutto ciò sia potuto nascere dall’amore condiviso, dall’ascolto reciproco, dalla volontà di mettersi continuamente in discussione, senza vergognarsi dei propri limiti, perché è da quelli che nasce la bellezza.
I ragazzi e ciò che insegno sono stati per me l’opportunità di verificare in che cosa consisto, che cosa ho da dire, dove poggia il mio cuore.
Gli alunni sono stati sempre, per me, persone alle quali dovevo "dare" e dalle quali dovevo "avere" e, posso dire, con immensa gratitudine, che HO AVUTO, TANTISSIMO. Tanti sono i ricordi che mi porto dentro, poiché ognuno di loro ha lasciato in me la sua “impronta”. Grazie, ragazzi, per avermi permesso di crescere e di sorprendermi di potenzialità che non credevo di avere, grazie per aver tirato fuori il meglio di me. Grazie per la vostra fame di autenticità e curiosità. Ci ho provato ogni giorno a trovare l’equilibrio tra l’io e il noi, e ogni giorno sono stata ripagata. A questo proposito vorrei riportare una frase di Don Milani che racchiude un po’ il senso di ciò che ho appreso in questi anni: “Per comunicare con i ragazzi dobbiamo imparare a piegare bene le ginocchia. Dobbiamo piegarci per stare faccia a faccia con loro. Dobbiamo cercare di entrare nel loro mondo”.
Ho avuto il piacere di conoscere tanti colleghi, quasi tutti più grandi di me, testimoni di quella passione che tiene in piedi la scuola, con i quali mi sono capita al volo e ho instaurato una splendida collaborazione, e sincere amicizie.
Mi sono potuta rendere conto di come anche un “impiccio burocratico” può diventare un momento di riflessione, di riesame, di feedback, un’occasione per formalizzare e rendere più nitido quel grande, immenso, multiforme lavoro d’aula che è relazione, insegnamento, apprendimento, crescita personale.
Ogni anno non è facile iniziare da zero, tutto nuovo, ambiente, segreteria, dirigente, colleghi, classi, ma in poco tempo quell’ambiente nuovo diventa familiare e parte della quotidianità, perno intorno a cui ruotano le giornate, i pensieri, le idee, anche quando si torna a casa. Vivere la scuola oltre i voti e le lezioni, in un intreccio di emozioni e condivisione: questo è ciò che mi fa amare il mio lavoro e me lo fa scegliere ogni giorno.
Questa scuola è diventata parte integrante di me, mi sono legata a tutti e a tutto, ho imparato a capire gli sguardi, le parole dette e soprattutto quelle non dette, ho avuto segni di affetto e attenzione, mi sono sentita stimata e gratificata. Ho lavorato meravigliosamente, nella più totale serenità.
Grazie ai collaboratori scolastici e al personale della segreteria, che hanno svolto con serietà e coscienziosità il proprio lavoro.
E in ultimo, ma non meno importante, un particolare ringraziamento alla Dirigente, che si è distinta per accoglienza, umanità, modestia, cultura e competenza, e al vicepreside, suo degno vicario.
Già mi manca la scuola con i suoi ritmi istituzionali, le riunioni, gli scrutini, lo scandire della campanella, il quotidiano rapporto con tutti e le ore di lezione in palestra. La nostalgia alla fine dell’anno è tanto più forte perchè accompagnata dalla domanda: dove sarò l’anno prossimo?
Resta l’attesa di un nuovo anno, sperando di riuscire a ritornare da tutti voi! Resta la convinzione che sono fortunata a fare il lavoro dell’insegnante.
Conserverò, nel cassetto dei ricordi più belli, questa esperienza, per me unica ed indimenticabile.
Quando è il cuore a fare da guida, il risultato può essere uno solo, un ottimo risultato.