Vantaggi fiscali. Estensione dei benefici di legge per ora riservati alle lavoratrici dipendenti. Sono le mosse che Cna Impresa Donna intende mettere subito in campo per superare quella storica discriminazione che fa delle imprenditrici, soprattutto nelle micro e piccole imprese, a tutti gli effetti delle lavoratrici di Serie B. "To care. Prendersi cura della famiglia facendo impresa. I diritti delle imprenditrici" è stato il tema del convegno che, a Vasto, ha messo faccia a faccia imprenditrici e rappresentanti del mondo istituzionale, per cercare tutti insieme le soluzione più adatte a un Paese come l’Italia, che pure in Europa è balzato al primo posto, superando la Gran Bretagna, quanto a numero di donne impegnate nel mondo delle imprese. Ma che a fronte di questo mantiene una profonda arretratezza in tema di legislazione e misure concrete.
E’ stata Paola Sansoni, presidente nazionale di Cna Impresa Donna, a dare voce al disagio delle donne che lavorano all’interno di un’azienda. Un malessere, dice, che spesso si traduce nella dolorosa e drammatica scelta di decidere se dedicarsi alla famiglia, ai figli, alla cura di anziani non autosufficienti, o alla propria impresa: “Presto, grazie a una ricerca con gli atenei romani – ha detto – arriveremo anche a dare una dimensione numerica a questo fenomeno, ma ci è già chiaro dai tanti incontri che teniamo sul territorio, che al dunque, al momento della scelta, si chiuda l’azienda per dedicarsi alla famiglia. Insomma – ha affermato ancora la Sansoni, “è tempo di ripensare il welfare familiare evitando che all’interno dello stesso genere, le donne, si creino discriminazioni tra chi vanta diritti e chi non li ha, come invece accade ora.
Di recente, ad esempio, in una audizione alla Camera dei deputati, abbiano scoperto che nella Finanziaria sarebbero state inserite risorse dell’Inps a favore delle donne vittima di violenza. Ma solo donne dipendenti. Così siamo riuscite a far includere anche le imprenditrici, ma è dura scovare nelle maglie dei diversi provvedimenti le infinite discriminazioni che colpiscono le donne impegnate in azienda”.
Un vantaggio, intanto, potrebbe arrivare dal fisco, cui le donne imprenditrici della Cna chiedono di prevedere da subito deducibilità o detraibilità al 100% delle somme spese per la gestione della famiglia, che si tratti della baby-sitter o della badante. Con il doppio vantaggio di offrire un aiuto alle imprenditrici, ma anche di far emergere il tanto, troppo lavoro nero che dilaga nel settore. Promuovendo magari nuove forme di imprenditorialità in questo delicato campo dell’assistenza familiare”.
Nel dibattito, moderato dal direttore della Cna di Chieti, Letizia Scastiglia, sono intervenuti il senatore Ignazio Angioni, presentatore del disegno di legge sul tema, la presidente regionale di Cna Impresa Donna, Luciana Ferrone, la ricercatrice Lalla Golfarelli, la presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna, Roberta Mori e l'assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Silvio Paolucci. Non sono mancati, a conclusione, i saluti del sindaco di Vasto, Francesco Menna.