Tutti a San Salvo conoscono Felice Tomeo vuoi per la sua storica ferramenta sorta molto prima della villa comunale ma soprattutto come attore teatrale sansalvese doc. Felice è un uomo che sa dare il giusto valore ad ogni cosa ma allo stesso tempo sa farti sempre sorridere e ridere ogni volta che lo incontri con le sue battute e i modi scherzosi. Di seguito l’intervista a uno degli uomini più simpatici della nostra San Salvo.
Mi parli un po’ di te e di San Salvo?
Ah! San Salvo è davvero bella. Non la lascerò mai. Ha il mare, a poca distanza c’è anche la montagna. È un paese che è cresciuto molto. I sansalvesi sono sempre stati per natura delle persone molto ospitali e accoglienti. Conosco diverse persone che hanno scelto di vivere a San Salvo semplicemente perché ci sono passati per caso e si sono innamorati della nostra cittadina. Oggi però la gente di San Savo dovrebbe recuperare un pò del modo di essere dei sansalvesi di una volta.
Quando ero bambino molte cose erano diverse. Bastava poco per farmi felice. Mi si illumina ancora il cuore nel ricordare quando mi regalavano cose comuni. Una volta ero andato con papà a portare delle attrezzature in campagna e vedendomi piccolo quel contadino mi aveva messo tra le mani una “ciaccia cola” (gazza ladra). Un'altra volta mi avevano regalato un cardellino dentro una gabbia. Bastava davvero poco per fare felici noi bambini. E se ci volevano dare una leccornia, i fichi secchi erano più che sufficienti. La vita era molto più semplice, si lasciava la chiave alla porta in modo che tutti potevano entrare. Eravamo educati ad avere uno spiccato senso del rispetto verso gli adulti e la vita.
Non ero molto appassionato della scuola ma ho preso il diploma di geometra a Vasto. Subito dopo le superiori ho cominciato a lavorare nella ferramenta aperta da papà quasi per caso. Lui prima era un falegname ma poi spesso riforniva anche altri di chiodi e cose simili e qualcuno gli ha detto “perché non apri un negozio di queste cose?” E così ha fatto ma la ferramenta di allora era molto diversa da quella che deve essere oggi. Gli articoli erano pochissimi (chiodi, falcioni, zappe, pale, e simili) ed erano sistemati dentro degli scaffali di legno arrangiati da papà stesso (li ho ancora nel mio retro bottega). Quasi non sembrava un negozio. Nella mia ferramenta ho sempre modo di conoscere tantissima gente e mi piace anche far uscire i miei clienti con un sorriso.
A San Salvo tu sei molto conosciuto come attore teatrale. Come è nata questa passione?
Oggi le occasioni di svago e di aggregazioni a San Salvo sono tantissime, piscina, calcio, rugby, tantissimi sport e associazioni per tutti i gusti. Ma negli anni settanta non era così. L’unico luogo di ritrovo di cui disponevamo erano i bar o il riunirsi nelle case. Durante una di queste riunioni di amici Angelo Pagano e Matteo Corrado lanciarono l’idea di cominciare a fare teatro. La voglia era venuta grazie alle Compagnie che l’allora Amministrazione Comunale e l’ATAM hanno portato a San Salvo. Alla prima rappresentazione non ho voluto partecipare perché mi vergognavo. Ma Angelo e gli altri della comitiva forse vedendo i miei modi di fare scherzosi, l’anno successivo quando dovevano portare in scena un altro spettacolo, sono tornati a chiedermelo e mi hanno convinto.
Come hai superato la vergogna che la prima volta ti ha fatto dire di no?
Come si suol dire “l’appetito viene mangiando”. Facendo non solo ho superato la mia vergogna ma ho imparato a immedesimarmi nelle varie parti che andavo a recitare ed appassionarmi veramente allo straordinario mondo del teatro.
Ci sono nuovi programmi di rappresentazioni teatrali per il futuro in cui tornerai a far ridere i sansalvesi?
Si ne abbiamo uno in programma, sempre con la compagnia “Renato Bevilacqua” di Angelo Pagano per dicembre 2017. Ma non ti rivelo per il momento niente.