"La creatività nasce nei momenti in cui siamo tormentati da qualcosa, come può essere un amore" così Mario Lavezzi esordisce al Teatro Rossetti di Vasto al termine del brano “Il primo giorno di primavera”. Scritto nel 1968 insieme a Mogol e Minellono è solo il primo di una lunga serie che l'ospite della seconda serata dei "Giovedì Rossettiani" ha regalato al pubblico.
Compositore, produttore e cantautore milanese, l'artista ha portato in scena “Come nasce una canzone”, uno spettacolo che gli permette a tutti gli effetti di raccontarsi attraverso le canzoni, spiegando gli aneddoti a loro legati, coinvolgendo il pubblico portandolo ad immedesimarsi nel momento della nascita delle canzoni che hanno segnato la storia della musica.
Accompagnato dalla magistrale bravura di Nicola Oliva alla chitarra e dalla calda voce femminile di Claudia d’Ulisse, Lavezzi ha poi subito conquistato gli applausi del Teatro con "Il mio canto libero" di Battisti e Mogol. Ha ripercorso la sua carriera dalla fondazione dei Camaleonti, ai Flora Fauna e Cemento, nome scelto da Lucio Battisti, per poi raccontare degli hippie degli anni '60 e dei successivi '70, un'epoca più impegnativa e progressive della precedente, per ricordare infine la nascita del gruppo musicale "Il volo", fondato nel 1974 per volere di Mogol e della Numero Uno.
Ha poi raccontato in particolare del 1975, della relazione sentimentale nonché sodalizio lavorativo con Loredana Bertè dedicando "E la luna bussò" e "In alto mare".
Tantissimi altri gli aneddoti che hanno condotto alla conclusione della serata, in più con un canto fatto insieme al pubblico nella raccolta e calda cornice del Rossetti "La canzone del sole".