La politica è la mia più grande passione, questo non è stato semplicemente lo slogan elettorale delle mie candidature bensì l’obiettivo del mio impegno da quando avevo 14 anni a cui ho dedicato gli anni più belli della vita e le migliori energie. A 16 anni ho scelto di essere parte di una comunità più grande dei nostri destini individuali, iscrivendomi ai Democratici di Sinistra e dando vita alla nascita del Partito Democratico su Vasto.
Non ho mai sofferto di giovanilismo, anche perché il cambiamento viene fatto con le azioni e comportamenti concreti altrimenti si rischia di cadere nella mera sostituzione.
Posso dire che con me la democrazia ha funzionato, il nipote di un mezzadro e di un operaio metalmeccanico, il figlio di una famiglia monoreddito sospinto dalla forza di tantissimi cittadini ed iscritti è riuscito ad essere il più giovane eletto in Consiglio Comunale a Vasto, il segretario della comunità democratica, fino a risultare il primo degli eletti della mia Città risultando decisivo per la vittoria del centro-sinistra.
Seicentottantotto persone, a cui aggiungo i tanti che mi hanno sempre sostenuto ed incitato ad andare avanti, nonostante più di qualche sgambetto e colpo basso ricevuto, spesso proveniente per lo più dall’interno perché i giovani vanno bene, quelli autonomi meno. Ad ognuno di loro va il mio grazie sentito perché mi hanno permesso di impegnarmi in prima persona per la mia Città realizzando la stessa emozione che un calciatore può avere nell’indossare la maglia numero 10 della Nazionale italiana.
Spero di non aver deluso nessuno in questi anni, sicuramente sono stato sempre a disposizione della nostra comunità cittadina impegnandomi al massimo.
La politica resta per me un servizio e non una professione, la politica resta servizio e non un modo per trarre privilegi personali ma, soprattutto se da ragazzo pensavo che con l’impegno politico avrei potuto cambiare il mondo, oggi sicuramente posso dire che la politica non potrà cambiare me in nessuno modo.
Per fare politica bisogna tuttavia essere liberi, per essere liberi bisogna essere autonomi, per essere autonomi bisogna avere un lavoro e saper dire i giusti no ed i giusti si senza permettere che gli ingranaggi politici ti cambino.
A Marzo mi sono laureto con il massimo dei voti in Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali, un percorso di studi intervallato da borse di studio e da impegno politico nei cinque anni in Consiglio Comunale, a settembre ho iniziato a cercare possibili sviluppi professionali per dare concretezza ai miei studi e, dopo diverse selezioni ed invio di curriculum, ho trovato possibilità in Veneto occupandomi di consulenza finanziaria.
Come la mia generazione ho dovuto trovare il coraggio di andare via (ne occorre anche per restare sinceramente) e ritenermi fortunato rispetto a quel tragico dato del 40% di disoccupazione giovanile che oscilla tra precarietà e voucher.
Una scelta difficile e complessa che sicuramente verrà compresa dalla mia generazione, la stessa che mi accompagna da sempre nelle varie tornate elettorale fin dalla rappresentanza studentesca al Mattioli, una scelta che evidenzia la mia volontà di essere autonomo e concepire la politica come servizio alla collettività.
In questi anni ho sempre concepito l’impegno politico per disegnare e migliorare la Città, sono stato l’eletto in Consiglio Comunale della mia generazione e delle periferie cercando, di rimettere al centro i servizi al primo posto e porto con me tanti risultati concreti ottenuti nei cinque anni in Consiglio Comunale con Luciano Lapenna ed in questi otto mesi di nuova consiliatura. Quelli che custodisco con maggior gelosia sono: il sogno realizzato scommettendo fin dal primo giorno sul Siren Festival, la fermata del FrecciaBianca, la realizzazione del primo campo in erba sintetica, l’impegno costante per i quartieri periferici e molti altri. Avrei voluto realizzare obiettivi programmatici ancora più importanti e di ampio respiro andando oltre la cura dell’ordinario e anteponendo la concretezza alla narrazione da social, senza tuttavia mai perdere il disincanto della buona politica.
Oggi la politica ha bisogno di mutare dando l’esempio, non possiamo permetterci politici di professione perché l’impegno civico va interpretato come servizio, una scelta sofferta quindi che mette al centro la volontà di autonomia e di libertà da ogni condizionamento.
Resto con la passione e l’impegno di sempre, quello che mi ha permesso di entrare nel cuore dei vastesi che mi hanno sempre accordato la propria fiducia, la stessa che in queste settimane ho sentito nel dispiacere di sapermi lontano ma negli apprezzamenti per una scelta coerente con i principi che mi hanno contraddistinto.
Da oggi lascio il mio incarico, do le mie dimissioni dalla giunta comunale ma non dalla politica, perché dalla politica non ci si dimette, e continuerò ad impegnarmi in altri modi. Mi sono fatto l’idea che chi si occupa di politica debba oggi avere anche un mestiere.
Con la PASSIONE di SEMPRE...GRAZIE a tutti!