'La Sindone dei poveri per i poveri', la benedizione della copia nella chiesa di Sant'Antonio di Padova

Tante le assenze nella funzione di giovedì, ma il parroco don Stellerino non si abbatte

redazione
16/12/2016
Attualità
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"La sindone dei poveri per i poveri": è così che don Stellerino D'Anniballe, parroco di San Pietro, ha presentato ieri sera la copia della Sindone, realizzata su tela, di quello che - secondo la tradizione - è il lenzuolo che avvolse il corpo del Cristo dopo la morte.

Ce ne sono diverse in tutto il mondo ed una è da ieri sera esposta nella chiesa di Sant'Antonio di Padova.

Doveva esserci il Cardinale Edoardo Menichelli, già vescovo di Chieti-Vasto, a presiedere la funzione. Ma negli ultimi giorni sono arrivati il suo forfait ed anche altri. La scelta di don Stellerino di elevare a Santuario della Divina Misericordia il sacro tempio sulla panoramica via Adriatica a Vasto è sembrata eccessiva alla curia teatina ed ecco, allora, il 'suggerimento', a clero ed autorità locali, a disertare l’evento.

"Se ho fatto una gaffe chiedo scusa – si è difeso don Stellerino (parole tratte da un articolo pubblicato su Il Messaggero Abruzzo – ma non era mia intenzione usare in maniera indebita il termine 'santuario'. Mi sfuggono, a tal proposito e non mi competono di certo le liturgie curiali, le pratiche su cui si fonda un conferimento ufficiale, ma per me e, ne sono sicuro, per tanti credenti, è la fede che conta di più. Ogni chiesa, il cuore di ciascun cristiano è un santuario, per cui non vedo motivo di tanto scandalo tra i miei confratelli".

Secondo i fedelissimi dell’87enne parroco di San Pietro, insomma, che le critiche le ha sempre affrontate di petto, il superiore, paterno richiamo, attribuito per taluni all’arcivescovo, Bruno Forte, sarebbe frutto dell’eccesso di zelo di alcuni sacerdoti (ancora da Il Messaggero). "Mi spiace per chi, tra loro – dice don Stellerino – non si è degnato neanche di farmi notare questo mio, chiamiamolo errore, ma tant’è".

La riproduzione della Sindone è il dono di un devoto, Arnaldo Di Donato, molisano di Chiauci, componente del Gruppo dei Cavalieri della Spada e del Silenzio, che crede nel suo alto valore simbolico: "La sua copia - dice ancora il sacerdote vastese - è esposta ai piedi dell’altare e poi sarà affissa in uno spazio centrale della nostra chiesa, dando ai credenti uno spunto di riflessione in più sul sacrificio di Gesù e sarà, allo stesso tempo, il segno della sua vittoria sulla morte e della certezza gioiosa della resurrezione".

Fotoservizio con la collaborazione di Andrea Marino

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