Violenza? 'Parliamone, ma a 360 gradi'

Lettera aperta di Antonio Borromeo, presidente associazione 'Papi Gump'

riceviamo e pubblichiamo
17/11/2016
Attualità
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E ci risiamo! Ieri, 16 novembre, presso l'Auditorium del polo liceale ‘Mattioli', si è parlato di “Femminicidio”... non possono farne proprio a meno di coinvolgere i nostri ragazzi; devono a tutti i costi inculcare loro, usando violenza psicologica, il concetto per il quale la donna è santa e l’uomo bestia, e quel che più mi fa rabbia in tutta questa assurda storia, sono i dirigenti scolastici che tanto si prestano a questo assurdo gioco, per non parlare dei genitori che dormono, lasciando che venga inculcato nella mente dei propri figli, ormai ostaggi di certi pseudo-docenti sinistroidi e aderenti a movimenti femministi, che la violenza è di sesso maschile e che le donne sono sante senza peccato...

Nessuno può arrogarsi il diritto di essere padrone del corpo, della mente, della libertà di un'altra persona, uomo o donna che sia. È inaccettabile ogni singola vita persa a causa della possessività altrui. Deve essere inaccettabile per l’intera società civile, la grande maggioranza: decine di milioni di cittadine e cittadini responsabili, uniti nello schierarsi contro una minoranza deviante. Perché di questo si tratta: per quanto terribile possa essere il fenomeno, resta estremamente circoscritto ad una sparuta minoranza di barbari criminali. Ciò che sorprende è come da questa sparuta minoranza si faccia nascere l’esigenza di “rieducare” l’intera popolazione maschile del bel paese.

40, 50 trogloditi all’anno, e spesso di altre Nazioni e quindi altre culture, a fronte di una popolazione maschile di circa 28 milioni di individui, e tutti gli Italiani diventano potenziali criminali, senza distinguo.

Amnesty International, un'organizzazione non governativa indipendente, scrive:

La campagna globale di Amnesty International contro la violenza sulle donne ha fatto uso dell’affermazione, attribuito al Consiglio Europeo, secondo cui la violenza domestica è la prima causa di morte per le donne, genera più decessi del cancro e degli incidenti stradali. Questa affermazione non corrisponde ai dati cui si riferisce, viene quindi cancellata dal materiale di Amnesty International”.

Nonostante però l’ammissione di Amnesty, nell’immaginario collettivo questa realtà costruita su false informazioni permane e contribuisce a creare un rapporto inscindibile ed errato tra violenza e sesso maschile, un'addizione che trasforma la violenza in violenza di genere e “chi parla di violenza di genere non è contro la violenza ma è contro un genere”: ne è un esempio la campagna pubblicitaria a difesa delle donne presentata sul settimanale Donna Moderna di Oliviero Toscani dove vengono ritratti due bambini, un maschietto e una femminuccia, lui si chiama Mario e sotto la sua figura viene riportata la scritta “Carnefice, care mamme”, mentre sotto la figura della bimba che si chiama Anna viene riportata la scritta “Vittima”. Ovviamente non è dato di sapere cosa diventerà quel bambino da adulto: potrà essere un medico o un magistrato, un sacerdote o un monaco buddista, un filosofo o un poeta, persino un Nobel per la Pace….in ogni caso, secondo il messaggio lanciato dalla campagna pubblicitaria, il suo destino è scritto nel DNA, cioè sicuramente in quanto uomo non potrà essere altro che un carnefice.

Cara dirigente del Liceo Mattioli, Lei è al corrente che molti dei dati riportati da queste signore sono dati presi da associazioni direttamente interessate e che molti di questi sono falsi o gonfiati a dovere? Prove alla mano. Ed è per questo che mio figlio è restato a casa, perchè non voglio che subisca violenza psicologica ascoltando tante menzogne, dove lo fanno passare per un futuro carnefice per il solo fatto di essere di sesso maschile.

Spero che un giorno o l'altro ospiti un mio convegno sull’infanticidio o sulla violenza sugli uomini. Allora e solo allora si potrà dire che si è parlato di VIOLENZA e a 360 gradi.

Antonio Borromeo

Presidente Associazione Nazionale di Volontariato

per la tutela dei diritti dell’infanzia e della Famiglia

 

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