“Al primo posto c’è la tutela del bene primario della salute che prescinde da mere esigenze di bilancio e da proiezioni statistiche”. Sono racchiuse in questo passaggio, sicuramente uno dei più rilevanti, le motivazioni che hanno indotto il Tar ad accogliere il ricorso del Comune di Gissi contro il ridimensionamento del punto di primo intervento del locale presidio, e a concedere la sospensiva in attesa del giudizio di merito. L’udienza per la trattazione è fissata al 27 gennaio.
Nel frattempo la Asl dovrà adeguarsi al provvedimento dei giudici amministrativi che, per la seconda volta nell’arco di un anno, si sono dovuti occupare del funzionamento della struttura incappata nei tagli. Nonostante l’amministrazione comunale gissana abbia già vinto un primo ricorso al Tar, riottenendo nei mesi scorsi il funzionamento H24 del servizio, l’Azienda sanitaria provinciale con una delibera del 4 agosto ha riorganizzato l’attività del presidio territoriale di assistenza di Gissi, disponendo la riduzione della operatività del pronto soccorso del punto di primo intervento da 24 a 12 ore.
La Asl ha motivato tale provvedimento con il numero delle prestazioni effettuate dal primo gennaio al primo luglio inferiori ai limiti di legge (6mila passaggi annui in prestazioni medicalizzate del 118). Contro la delibera è insorta la giunta guidata dal sindaco Agostino Chieffo che ha deciso di inoltrare ricorso, per tramite dell'avvocato Cristiano Bertoncini, al Tar contro la Asl Lanciano-Vasto-Chieti, la Regione Abruzzo e contro il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario.
Il 7 ottobre si è tenuta la camera di consiglio alla presenza dei legali delle parti, l’avvocato Cristiano Bertoncini per il comune di Gissi, l’avvocato Antonella Bosco per la Asl, Michele Eliantonio (presidente), Alberto Tramaglini (consigliere) e Massimiliano Balloriani (estensore). La decisione dei giudici amministrativi non si è fatta attendere.
Secondo i magistrati del Tar, che hanno accolto l’istanza cautelare, “la trasformazione organizzativa dovrà tener conto delle effettive esigenze della popolazione, assicurando un presidio adeguato al fine di garantire un servizio pieno e non discriminatorio, che miri in primo luogo alla tutela del bene primario della salute, tenuto conto in particolare della rilevante distanza della più vicina struttura di pronto soccorso e quindi garantendo un adeguato numero di mezzi e personale al locale presidio del 118”.
Soddisfatta l’amministrazione comunale. “La decisione del Tar conferma i dubbi di legittimità sollevati nel ricorso”,commenta il sindaco Chieffo, “l’auspicio è che la Asl metta ora la struttura in grado di lavorare per erogare servizi al territorio che ne ha tanto bisogno, anche alla luce dei tagli operati alle guardie mediche di Scerni, Cupello e Celenza sul Trigno”.
Il filo conduttore delle istanze portate avanti in questi mesi dalle amministrazioni locali, è la tutela della salute delle popolazioni residenti nei piccoli centri dell’entroterra.