Un agricoltore morso alle gambe a Schiavi di Abruzzo da uno dei cinghiali inferociti del branco.
E’ la goccia che fa traboccare il vaso, l’ennesimo campanello d’allarme della piaga ungulati che, stavolta, ha fatto dire basta: una cinquantina di sindaci del Chietino, in testa quello di Atessa, Nicola Cicchitti, hanno emesso e integrato ordinanze d’emergenza: licenza di sparare alle doppiette.
Nel giorno in cui il Tar boccia il ricorso sull’apertura anticipata della caccia e, tra Chieti e Pescara, un cervo finito non si sa come sulla carreggiata, muore investito da una Lancia Lybra, si riaccende il dibattito sull’invasiva presenza dei cinghiali in città e contrade.
A dar fuoco alle polveri è il sindaco di Atessa, che, domani, chiederà lumi al prefetto per poi animare una conferenza stampa a Lanciano: "Ora basta – tuona Cicchitti – tre morti sulle strade, l’aggressione a Schiavi, mi sembrano più che sufficienti a rompere ogni indugio. Lo sapete – rincara la dose – quanti cinghiali può mettere al mondo una femmina in un anno? Non meno di 70 esemplari. Moltiplicate e fatevi un’idea. Se non è emergenza questa, ditemi voi cos’è.
Io – conclude – le mie responsabilità me le assumo e aggiungo come sia a questo punto necessario autorizzare la caccia persino nelle aree protette, dove questi animali vanno a rifugiarsi".
Copagri plaude al coraggio degli amministratori, si attende la reazione degli animalisti. A Pescara, frattanto, la guerra sul taglio dei pini continua: ma quella è un’altra storia.