Wwf, i cinghiali? Solo un'impressione

Per il presidente abruzzese dell'associazione ambientalista l'eccesso di ungulati non è un dato certo

Gianni Quagliarella
10/08/2016
Attualità
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“Il dato non risulta, perché non ci sono studi scientifici. Sono impressioni che si hanno semplicemente perché il cinghiale che entra nel bar o che provoca un incidente fa notizia. Il problema sicuramente c’è, bisognerà affrontarlo, ma il fatto che da tanti anni si affronti solo con gli spari mostra che questa strada non è sufficiente o non è sufficiente da sola".

Parole di Luciano Di Tizio, stimato collega e presidente del Wwf Abruzzo, affidate al microfono di Marcello Giancristofaro al notiziario di Radio Delta 1.

Lo confesso, appena ho sentito l’intervista non ho pensato all’ambientalista scrupoloso e attento, ma ad un marziano: ma come, dove vive il buon Luciano? Come fa a pensare che i cinghiali a zonzo per vie, spiagge e contrade, siano solo un’impressione? Non li ha mai visti, gli ungulati, minacciosamente presenti dappertutto? Non ha parlato ancora, il presidente del Wwf, con chi si è trovato faccia a faccia con un cinghiale o con quegli automobilisti, tanti, che ci hanno rimesso macchina e migliaia di euro di danni per le riparazioni? Non è da lui.

L’intervista radiofonica si conclude così, testuale: "Bisogna studiare altre soluzioni e, soprattutto, con degli esperti e non improvvisati funzionari regionali o cacciatori a decidere per tutti". Già, ma, gli chiedo, quale, allora, la ricetta giusta? Vogliamo ci scappi il morto? Il calibro 12, personalmente, lo guardo sempre con timore, ma si faccia presto. Presidente, non minimizzare: dopo le benemerite battaglie su Ombrina Mare, discarica di Bussi e mille altre ancora, questa, a parer mio, te la potevi risparmiare.    

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