La realtà delle case-famiglia

La storia di periodi di adolescenza difficili

Claudia Castelli
11/08/2016
Attualità
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La storia di un'adolescenza difficile

L’infanzia è quel periodo della vita che va dalla nascita sino alla comparsa del segni della pubertà, che introdurranno l’ingresso dell’adolescenza. Per ogni bambino e per ogni adolescente, è importante avere un consolidato legame di attaccamento alle figure significative,  per la costruzione positiva di rapporti intra ed extra familiari.

Non tutti i bambini hanno un sereno avvenire:sono almeno 30 milioni nel mondo i minori costretti a lavorare,a subire violenze e a combattere. Tutto ciò in aperto contrasto  con le leggi e con i regolamenti sui diritti dell’infanzia. Gli orfanotrofi,oggi divenuti case-famiglia hanno come mission primaria, il benessere psico-fisico dei minori ospitati.

A Vasto le case-famiglia sono due, una delle quali ha chiuso da poco per trasferimento in un'altra città. La comunità d’accoglienza che continua a vivere è Genova Rulli sita in località Incoronata, la quale si propone come obiettivo principale, l’assistenza e l’educazione dei minori che sono all’interno. Sono minori che versano in condizioni di estremo bisogno e per i quali sovente l’allontanamento dalle famiglie di origine risulta essere obbligatorio. L’allontanamento può essere provvisorio o definitivo,in base alla gravità della situazione familiare del minore nel suo complesso.

Ogni minore quando viene inserito all’interno della struttura  viene osservato e inizia la valutazione da parte dell’equipé, composta da un assistente sociale,una psicologa e un educatrice. Dopo la valutazione, l’equipé sviluppa un progetto educativo individuale per il minore, con la condivisione dei Servizi Sociali  del comune di appartenenza del minore.

E’ fondamentale raccontare le storie di persone che nella loro vita, hanno toccato il fondo ma dal quale sono poi riuscite a risalire. Questa è la storia di M., una ragazzina di soli 14 anni, la quale proviene da una famiglia disgregata profondamente. La madre di M.,è deceduta per un male incurabile,quando lei era ancora molto piccola,il padre è sottoposto a misure cautelari e i fratelli e le sorelle che ignorano totalmente l’esistenza della stessa. Il tribunale dei minori de L’Aquila ha affidato dietro decreto,la minore ai Servizi Sociali  con collocamento in una struttura di accoglienza. La minore è stata inserita da qualche anno e si è ben integrata nel nuovo ambiente e tra gli altri minori. Nel frattempo,il padre della minore è riuscito a portare a termine il suo percorso di rieducazione,ha ritrovato il suo lavoro e conduce una vita decorosa. Gli altri figli, hanno compreso dopo vari interventi di mediazione familiare,l’importanza dell’accettazione di M,. La famiglia al completo,si è così ricongiunta e attualmente vivono in un paese dell’Alto Vastese. Certamente,il percorso che hanno dovuto affrontare non è stato facile e lineare ma alla fine il bene ha avuto la meglio. M.,non ha mai perso la speranza e il desiderio di vedere riunita la sua famiglia e non ha smarrito neppure un secondo, la sua spiccata sensibilità nei confronti soprattutto degli altri minori ospitati nella struttura. Ha avuto sempre un sorriso e la mano tesa pronta ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.

Questa è solo una delle innumerevoli storie che testimoniano come troppo spesso siano i figli a ritrovarsi soli in mezzo all’oblio generato dalle difficoltà familiari ma che allo stesso tempo può diventare un punto di forza sul quale fare leva, per ritrovare la “quiete dopo la tempesta”.

 

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