L'Onorevole Maria Amato, membro della XII Commissione affari Sociali in Parlamento, ha scritto una lettera aperta al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso che pubblichiamo integralmente:
Caro Luciano, dopo la pubblicazione del piano di riordino della rete ospedaliera, non posso fare a meno chiederti di intervenire a correggere una ingiustizia. Nulla a che vedere con questioni di campanile.
Mi riferisco alla UOC negata alla Radiologia dell'Ospedale di Lanciano. La Radiologia è un centro di costo elevato e, quando dotata di tutte le metodiche, in un ospedale che ha un numero elevato di accessi al PS, quando ha una sezione di senologia in rete con il programma di screening, è "complessa" a prescindere. Gli ospedali di Lanciano, Vasto e Avezzano sono tutti e tre di I livello, non si capisce per quali motivi alla Radiologia di Lanciano non viene riconosciuta la complessità, un Ospedale già penalizzato per la diagnostica con la chiusura di Medicina Nucleare. Francamente non capisco neppure la differenza del numero di Unità Operative Complesse tra i tre Ospedali di tipologia simile, ma questa è un'altra storia Complesso non è solo diverso da Semplice, è di più, oltre che per un Primario per quantità e qualità di risorse. Sulla tendenza a togliere alla periferia, agli accorpamenti invito tutti quelli che si occupano di sanità a leggere gli atti dell'ultimo Forum della Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere ) in cui si sottolineano i danni del modello, diffuso a livello nazionale, dei tagli e dell'accorpamento selvaggio, il definitivo tramonto del modello bocconiano che chiude gli ospedali per risparmiare, o meglio per ottimizzare e poi non tiene sotto controllo la spesa farmaceutica!
Tornando alla Radiologia, hai sempre detto di avere a cuore il problema delle liste d'attesa, allora sappi che sono i direttori di UOC che si occupano della organizzazione del lavoro, che nelle Radiologie senza medici gli esami non si fanno, che i radiologi senza esperienza degli avvisi pubblici è meglio mandarli a Chieti, così almeno avere l'Università nell'Azienda Sanitaria serve pure alla periferia. Magari dopo qualche mese di formazione sul campo si assegnano alle Radiologie degli Ospedali di transito, quelli in cui il tempo per riflettere per fare una diagnosi è scandito dal rumore dell'elicottero del 118, quando va bene.
La diagnostica per immagini è un servizio essenziale per i pazienti e per il buon funzionamento degli Ospedali, una diagnosi ritardata si traduce in rischio per la vita, e molti dei LEA non sono garantiti se le Radiologie non vengono messe in condizioni di lavorare adeguatamente.
Un'ultima nota: per fare l'H24 ci vogliono i medici, altrimenti si chiudono gran parte delle attività ambulatoriali, e non tutti si possono permettere di rivolgersi ai privati, anche se il CUP predisposto per prenotare nelle strutture private faciliterà le migrazioni.
Avrei da dire anche sul Servizio di Emodinamica a Vasto che in campagna elettorale era 8/10 e ora è tornato a 0/10, della Geriatria che chiude e dei mistificatori che dicono che "però la lungodegenza c'è", come se fosse la stessa cosa un reparto per acuti anziani e uno per sub acuzie per tutte le età, la Urologia che diventa Unità Semplice, ma queste sono cose di casa mia e c'è sempre il rischio del campanilismo.
Mi si potrà rispondere che anche la Neonatologia di Chieti (terapia intensiva e alta specializzazione in un posto che fa 2000 parti/anno e che è riferimento per tutta la provincia) e la Chirurgia vascolare di Chieti non sono Unità Complesse: non è una risposta, anche quello è un errore, anche quelle sono complesse per definizione, più complesse di molte altre.
La diagnosi in un tempo congruo, la cura adeguata sono diritti prioritari, diritti per tutti, a Chieti-Pescara e nel resto dell'Abruzzo, a nord e a sud, sulla costa e nelle aree interne. Per tutti! il senso profondo del Sistema Sanitario pubblico e universale.
Maria Amato