''Quando Lapenna dice che io aspiravo al posto di addetto stampa, mi offende, mi scredita, mi calunnia, perché io ho ambizioni superiori''. Ha replicato così Davide D'Alessandro, coordinatore del laboratorio politico-culturale ''Polis'', all'annuncio del sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, che è andato ad autodenunciarsi in Procura dopo che le affermazioni che lo stesso D'Alessandro ha riportato sull'edizione cartacea e quella internet dell'organo di informazione che porta il nome del soggetto politico da lui presieduto. Sotto accusa non solo il titolo dell'ultimo numero, ''A Palazzo c'è un comitato di affari'', ma anche frasi come ''i vastesi non hanno votato un comitato d'affari'' e ''si profila l'arricchimento''. ''Essere all'interno di un palazzo in cui si fanno affari - dice D'Alessandro - non vuol dire essere coinvolto negli affari. Il sindaco non l'ha capito. Ha detto che non esclude di querelarmi. Mi auguro escluda almeno la galera. In campagna elettorale gli ho dato un aiuto disinteressato. E' lui che mi ha cercato. Non ho mai chiesto, né mi è stato promesso, il posto da addetto stampa del Comune di Vasto. La verità è che si vuole tappare la bocca a Polis''. Il coordinatore del laboratorio politico è poi tornato a parlare delle vicende su sui ha incentrato le polemiche contro l'amministrazione comunale. Una serie di interrogativi in cui non pone in dubbio la regolarità di certi comportamenti, ma chiede se essi siano ''eticamente corretti''. D'Alessandro si riferisce alla vicenda relativa all'abbattimento del ''Panoramic'', hotel storico del centro cittadino, al posto del quale verrà costruito un complesso residenziale. Nel mirino l'autorizzazione all'abbattimento della struttura che, secondo il giornalista, sarebbe stata firmata da Lapenna. Per il coordinatore di ''Polis'', ci sarebbe anche una perizia tecnica presentata in municipio, che attesterebbe la pericolosità della struttura e consentirebbe, in cambio dell'abbattimento del vecchio ''Panoramic'', un premio di cubatura. D'Alessandro si è scagliato anche contro presunti favoritismi nei confronti di associazioni e persone ritenute vicine al centrosinistra, in taluni casi parenti di qualche consigliere comunale. Ha, poi, raccontato di aver ricevuto, nel settembre 2006, una lettera anonima che lo invitava a farsi i fatti suoi. D'Alessandro ha attaccato frontalmente il primo cittadino accusato, tra l'altro di essere stato scelto dalle segreterie dei partiti e non dagli elettori attraverso le primarie: ''Lapenna - ha rincarato - non è all'altezza di fare il sindaco di Vasto. Non lo può fare chi ha copiato le prime due pagine del discorso d'insediamento al primo cittadino di San Benedetto del Tronto. Il centrosinistra, a Vasto, è in piena crisi politica''. Le repliche non sono mancate: ''La Margherita - sostiene Giuseppe D'Aurizio, presidente cittadino del partito di Rutelli - esprime soddisfazione per l'azione del sindaco, ne condivide la scelta, nella speranza che si ponga fine allo stillicidio di calunnie. Se esistono delle responsabilità, indaghi la magistratura. Un conto sono la critica costruttiva e le sollecitazioni al buon governo, altra cosa è la diffusione sistematica di veleni che confondono l'opinione pubblica''. ''Solidarietà - dice Antonio Boschetti, consigliere regionale della Margherita e membro del collegio di legali che sta assistendo Lapenna - nei confronti del sindaco e delle istituzioni, fatti oggetto di un attacco scellerato. Il valore e l'onestà del sindaco sono indiscutibili e lo dimostrano i risultati elettorali. La sua credibilità non può essere messa a repentaglio con notizie prive di fondamento, che mirano ad una ricerca spasmodica ed incontrollata di visibilità''. Poi, riferito a D'Alessandro: ''Alle chiacchiere devono seguire i fatti e lui, direttore di un insignificante foglietto, altrove non ha trovato alcuna stima e fiducia''.