Legge sulle unioni civili, Maria Amato: “Una conquista di vita”

Il commento della deputata vastese del Partito Democratico dopo il 'via libera' alla Camera

Andrea Mazzetti
13/05/2016
Attualità
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Una conquista di vita”: con queste parole l'on. Maria Amato, deputata vastese e consigliere comunale del Partito Democratico, commenta il voto favorevole alle unioni civili espresso l'altra mattina alla Camera.

“Sono trent’anni – dice - che nel nostro Paese si parla di unioni civili. Nel frattempo le coppie italiane che vivono sotto lo stesso tetto senza essere sposate sono oltre 900mila (dati Istat). Siamo passati per le famiglie di fatto, le coppie di fatto, i Pacs, i Dico e persino i Didore. Tanti acronomi e oggi, per questa legge di iniziativa parlamentare, si arriva alla fine di un percorso complesso, buon ultimo il voto sulla incostituzionalità, il voto sullo stralcio della parte sulle convivenze e il voto di fiducia. Personalmente – aggiunge -, pur comprendendo il rischio del ritorno del testo al Senato qualora si fosse cambiata anche solo una parola, avrei preferito che non si passasse attraverso il voto di fiducia per una legge di civiltà, come lo sono le leggi che riconoscono diritti individuali. Persone! persone che si amano, che si sostengono nel percorso di vita in buona e cattiva sorte, che potranno dire la loro in caso di malattia dell'altro, che non dovranno affrontare infiniti quanto incerti percorsi legali per vedere riconosciuto il diritto sul patrimonio che in un modo o nell'altro hanno contribuito a costruire”.

E ancora: “'A chi giova impedire la felicità di un altro? Chi vuole tutto è perché non vuole niente', ha detto l'on. Alessandro Zan in dichiarazione di voto, e io condivido queste parole. Persone, non gusti sessuali. Il voto sulle mozioni a proposito della maternità surrogata che la scorsa settimana ha anticipato il voto sulla legge Cirinnà mi ha consentito maggiore serenità. Un voto – conclude - pensando a tutti quelli che conosco per cui questa legge è una conquista di vita e a tutti quelli che ho conosciuto per cui sentirsi riconosciuti senza discriminazioni è rimasto un sogno”.

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