L'appello, in generale, è alla classe politica del territorio e, in particolare, all'assessore regionale alle Politiche sanitarie Silvio Paolucci, chiamato ad impegnarsi ad “adottare rapidamente tutti gli atti amministrativi idonei a garantire la permanenza delle strutture sanitarie anche in un contesto di riorganizzazione e trasformazione”.
Ad attivarsi, in tal senso, sono i responsabili delle organizzazioni sindacali di categoria Cisl-Fp e Uil-Fpl, Donato Tricase, Camillo Di Felice e Domenico Fecondo.
L'intervento arriva alla luce di un ultimo incontro tra i vertici della Fondazione Padre Alberto Mileno di Vasto Marina - nel cui alveo rientrano le attività di diverse strutture del territorio tra le quali l'Istituto San Francesco – e della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. Restano sul tavolo tanti problemi: primo tra tutti quello degli stipendi in ritardo (mancano all'appello per gli oltre trecento lavoratori la tredicesima del 2015, la mensilità di marzo e – tra qualche giorno – anche quella di aprile), unitamente ad un futuro 'nebuloso' per le professionalità interessate ed i servizi garantiti.
Nel mirino dei due sindacati finisce, ancora una volta, una politica aziendale etichettata come “incomprensibile” e che “non tiene in considerazione le difficoltà e l'impegno dei lavoratori”. Una direzione definita “sorda ad ogni logica e disponibilità negoziale”, che continua a “mantenere in vita tanti contenziosi” e, allo stesso tempo, a pagare in ritardo i suoi dipendenti. “A questa direzione che non ci ha detto mai come stanno realmente le carte della Fondazione, che non ci ha permesso mai di entrare nel merito di alcune scelte politico-strategiche, chiediamo di assumersi una volta per tutte la responsabilità di spiegare ai lavoratori le ragioni di tale comportamento dilatorio e di come stanno effettivamente le cose”, scrivono Tricase, Di Felice e Fecondo che puntano poi l'indice sul “gioco delle parti”, sui “rimpalli continui tra gli enti gestori, i Comuni, le Asl e la Regione”, tutto questo rappresentando “un serio pericolo per il futuro di tante professionalità”.
Chiesta chiarezza, infine, anche sulla riconversione dei posti letto.
Ultimo accenno ai disagi, perduranti, dei dipendenti delle strutture sanitarie della Fondazione. “Tali sofferenze hanno causato e continuano a causare danni, sia di natura economica sia di natura psicologica”. La conclusione: “Il legittimo diritto a fare valere le proprie ragioni non può 'egoisticamente' gravare sui lavoratori, privandoli del diritto alla retribuzione e delle somme maturate. I lavoratori non possono essere utilizzati come un bancomat o una banca dove si prendono soldi, prestiti a tasso zero e senza neppure presentare nessuna garanzia. Rimaniamo in attesa di notizie certe, senza ulteriori rinvii”.