E' indubbio che la Pro Vasto si appresta a vivere un'altra estate di passione, di quelle che, già in altre occasioni, hanno fatto tremare specialmente i tifosi, i quali, se potessero, metterebbero le mani in tasca per aiutare la società gestita da soli due imprenditori, Mimmo Crisci e Lucio Moscato: a pensarci bene, è una situazione più unica che rara, almeno in Abruzzo. Il 12 di questo mese, intanto, scade il termine utile per presentare l'iscrizione al campionato di serie D. Tutto questo sta accadendo mentre i principali operatori economici della città, coloro che, inutile girarci intorno, da Vasto hanno avuto e continueranno ad avere, in un modo o nell'altro, stanno guardando, indifferenti ma consapevoli che Vasto, la loro città, può scomparire dal panorama calcistico professionistico, al contrario di altre più piccole realtà che hanno fatto grande la loro squadra, portandola addirittura nella massima serie. Ebbene, dove è finito a Vasto l'orgoglio e l'attaccamento ai colori bianco e rosso che, negli anni passati, hanno sempre contraddistinto molti vastesi sempre in prima fila, anche con immani sacrifici, per il bene della Pro Vasto? Oggi, invece, l'indifferenza è sovrana, con il rischio (già accaduto) di scomparire dal mondo del calcio che conta, con la concreta possibilità che Crisci e Moscato rimettano la squadra nelle mani del sindaco, anche se stanno lavorando con gli amministratori comunali per trovare una soluzione che, evidentemente, nulla ha a che vedere con la gestione dello stadio da parte della società di via San Michele. ''La Pro Vasto deve avere una dirigenza allargata - ha sottolineato Crisci, anche in occasione della conferenza di lunedì -, fatta di persone che devono, oltre a contribuire economicamente, farsi anche carico degli impegni che ne derivano. Io e Moscato non ce la sentiamo più di andare avanti da soli, essere insultati anche sul lato affettivo, al punto che evitavo di portare allo stadio figli e nipoti. Mi sono vergognato per certe frasi e parolacce. Se le carte sono a posto, come i bilanci, è perché abbiamo provveduto di tasca nostra a pareggiare. Il campionato è costato 1.250.000 euro e le entrate non sono state tante: basti pensare che ammonta ad appena 70.000 euro l'incasso totale delle partite''. ''A tal riguardo - aggiunge Moscato -, voglio ricordare che, due anni fa, quando ci siamo accollati la guida della Pro Vasto, abbiamo ereditato debiti per 400.000 euro; oggi, nessuno avanza un centesimo. E' chiaro, comunque, che così come stanno le cose, è meglio poltrire a casa, anziché farsi carico di una situazione che ha a dir poco dell'incredibile. Pensare, ad esempio, che non c'è un albergatore tra i soci fa venire tanta rabbia. Qualche sponsorizzazione e 7/8 amici che versano un contributo equivalgono ad una percentuale irrisoria rispetto alla cifra occorrente per andare avanti dignitosamente. Ho pianto spesso per la rabbia, perché ho sempre avuto a cuore le sorti della Pro Vasto, anche se una decisione, pure drastica, va presa''. In municipio, intanto, prosegue l'opera di sensibilizzazione verso chi ha le possibilità economiche e il ''dovere morale'' di farsi avanti.