I dispositivi di protezione individuale, gli indumenti e le calzature da lavoro che per molti mestieri sono sinonimo di protezione e prevenzione per tanti altri, dove non vi è obbligo, sono comunque etica aziendale, sinonimo di ordine, pulizia e igiene.
La divisa da lavoro ha origine nelle industrie, dove gli operai sono a contatto con materiali che possono danneggiare la salute oltre che sporcare, per poi essere introdotta, negli anni, anche ad altri settori come quello della ristorazione, medico-sanitario, dei servizi fino a divenire un must persino nei negozi, dove appunto si vedono sempre più commessi in divisa, non tanto per sicurezza quanto per decoro aziendale, come segno di riconoscimento.
Di certo “l’abito non fa il monaco” non è un’espressione veritiera se inserita nel contesto lavorativo, dove invece l’abito fà eccome il mestiere, dove la divisa è l’immagine aziendale e sottolinea la professionalità di chi la indossa.
Dunque, parole d’ordine legate alla divisa in base al tipo di lavoro sono sicuramente sicurezza, comodità, igiene, ma non si può negare che, nella società odierna, un’altra parola sta assumendo importanza e valenza nella scelta della divisa ed è la bellezza, anche l’occhio vuole la sua parte, a chi non piace andare a lavoro con una divisa che si lascia osservare e rende più belli!? L’espressione “il fascino della divisa”, nata per sottolineare il sex appeal di chi veste in alta uniforme, è ormai adattabile ad ogni lavoratore vestito ad hoc e che ha scelto di lavorare alla moda.
Moda e lavoro, due termini che viaggiano insieme e da cui prende vita l’hashtag #lavoroallamoda ideato dalla Ferramenta Torricella per promuovere il settore antinfortunistico.
#lavoroallamoda è anche il nome di un simpatico gioco per ricevere un buono di 15 € da spendere nel settore antinfortunistico, grazie alla condivisione di selfie scattati dopo l’acquisto di un qualsiasi prodotto della gamma.
Riprese e montaggio di Marco Sciullo
Foto di Giomix68